Realtà e astrattismo. Arte: il superfluo di cui non possiamo fare a meno.

Pubblicato il 14 luglio 2017 in http://vecchiatoart.blogspot.it

Lo scienziato non porta niente di nuovo. Inventa soltanto ciò che serve.
L’artista scopre ciò che non serve. Porta il nuovo
(Karl Kraus)

Perché siamo così legati alla realtà? Il mondo reale ci dà sicurezza, appiglio nel caos quotidiano, rifugio dalle mille cose che invadono cuore e mente e si finisce per ricorre in questo modo alla certezza di un’immagine che riproduce il vero, il mondo circostante.
Spesso davanti ad una riproduzione scultorea o pittorica si sente esclamare “È così bella che sembra vera, viva!”, “Quel quadro pare una fotografia”, “Si ha la sensazione che parli, che si muova”.
La riconoscibilità di qualcosa che sia vivo, reale, porta a dare allo spettatore un confronto con la sua quotidianità, con elementi che gli sono congeniali e si arriva a decodificare e confrontare il tutto con l’esperienza personale.

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Passione: tormento ed estasi.

Pubblicato il 11 luglio 2017 in http://vecchiatoart.blogspot.it

Ci vuole passione per riuscire ad arrivare fino alla fine di un percorso, costanza, impegno e fatica saranno ottime compagne, ma prima di tutto la passione.
La passione, causa scatenante che mette in moto la creatività, che aguzza l’ingegno, che crea contatti, che fa spostare le persone, che si arricchisce con la visita di nuovi luoghi, tutto si muove se a partecipare arriva il perseguimento di un risultato che ci si è prefisso.
La passione è, per citare un film del 1965 sulla vita di Michelangelo Buonarroti, “Il tormento e l’estasi” di ogni artista, in cui si accompagna spesso ad una furia creativa che sfocia nella rabbia interiore, dove la creazione è spesso una tortura: andrà bene? Potevo fare di più? Cosa penserà il pubblico? È quello che davvero volevo esprimere? È il percorso visivo che volevo ottenere?

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Arte. Tra gli ostacoli e le speranze, sino alle stelle

Pubblicato il 07 luglio 2017 in http://vecchiatoart.blogspot.it

Per aspera ad astra
(Cicerone)

La voglia di vedere cose nuove e di abbeverare gli occhi nelle opere d’arte sembra non sia mai abbastanza appagata visto che ogni giorno vi sono numerosi eventi, mostre, esposizioni, convegni e dibatti sull’arte e su ciò che si produce un po’ ovunque e in tutte le città.
In mezzo ad un marasma visivo che spesso arriva a confondere e a non avere vero discernimento tra ciò che è da considerarsi arte e ciò che invece è solo puro ed abile artigianato o, peggio ancora, visioni di vere e proprie ciofeche esposte come “opere”, gli occhi si ritrovano ubriachi di immagini e di produzioni spesso discutibili.
Non sempre il desiderio corrisponde poi alla realizzazione del bisogno che si ha, molti artisti che dicono “io amo l’arte” a volte dovrebbero porsi la domanda se davvero l’arte ami loro.

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Furti d’arte. Non rubare al prossimo tuo: dalla Gioconda di Leonardo ai pinguini di Pao.

Puoi impedire a un uomo di rubare, ma non di essere un ladro
(Arthur Schnitzler)
In questo mondo di ladri c’è ancora un gruppo di amici che non si arrendono mai
(Antonello Venditti)

I furti d’arte sono visti spesso in sordina tra le pagine dei giornali e le news dei tg nazionali, ma sono all’ordine del giorno, non fanno notizia inseriti come sono tra un servizio ambientalista e un fatto di cronaca locale.
La cultura non ha abbastanza voce per farsi sentire e per gridare “al ladro! Al ladro!” quando viene depredata e violata passa spesso in secondo piano, ma rubare un’opera d’arte è sottrare all’uomo la possibilità di godere dell’immagine e della bellezza di un pensiero che viene levato alla vista e all’emozione personale.

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Unbelievable: l’arte è morta! Bombe visive contemporaneamente quotidiane

Pubblicato il 04 luglio 2017 in  http://vecchiatoart.blogspot.it

Ogni giorno, ogni ora, ogni istante della nostra quotidianità si è stimolati visivamente da immagini e da input che solleticano il nostro cervello con mille emozioni e pensieri.
Dal suono della sveglia al mattino con l’occhio che cade subito sul cellulare a controllare le pagine dei vari social network, con un insieme di foto e immagini che scorrono in Facebook e Instagram, alla colazione fatta sfogliando un giornale o guardando la tv per poi uscire e rimanere attoniti di fronte ai numerosi cartelli pubblicitari disseminati per strada, sugli autobus, nei volantini appiccicati al vetro dell’auto in sosta, mail che arrivano sul cellulare, immagini di gattini e albe che danno il buongiorno spediti via whatsapp

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Spazi d’arte: libertà di esprimere la propria emozione

Pubblicato il 27 giugno 2017 in http://vecchiatoart.blogspot.it

L’arte contemporanea ha bisogno di spazi, l’arte tutta ne ha necessità.
È un dato di fatto e una constatazione quasi ovvia ormai che per parlare di arte contemporanea ci sia l’esigenza di avere spazi espositivi adeguati a ciò che si richiede.
Il recupero di certa archeologia industriale, la nascita di fondazioni pubbliche e private, la riconversione di palazzi e antiche ville a centri congressi e superfici adibite a sale per mostre e narrazioni visive non colmano certo la mancanza di strutture ex novo di cui si abbisogna.
È apprezzabile che ci sia la voglia di riconquistare lo spazio del passato per far rivivere un presente che, è bene ricordare, poggia le sue fondamenta sul tempo che fu, ma il futuro deve guardare oltre e deve in qualche modo riuscire a creare basi solide per quello che verrà.

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Il tempo perduto e il tempo ritrovato. La creatività che abbisogna di momenti

Pubblicato il 20 giugno 2017 in http://vecchiatoart.blogspot.it

Alice: “Per quanto tempo è per sempre?”
Bianconiglio: “A volte, solo un secondo”.
(Lewis Carrol)

Una corsa contro il tempo, ecco come potrebbe definirsi il lavoro di un creativo.
Il tempo, si sa, è prezioso e non è mai abbastanza a quanto pare, non esistono momenti di pausa o di creatività messa in stand by per poi ripartire, si produce ad ogni ora e spesso ad ore impensabili, in luoghi improponibili.
Le scadenze sempre più strette e vicine, le pressioni del tipo “devi farlo prima di ieri”, i contrattempi, i lavori che si accavallano tutti insieme, l’ansia da prestazione e la paura di non riuscire a portare a termine tutto…Un insieme di cose che fanno pensare davvero che basterebbe solo un giorno in più o al massimo un’ora in più per completare tutto quanto.
L’apprensione spesso aiuta a smuovere le cose e a far si che la produzione creativa sia in aumento e si arrivi a tirar fuori idee e pensieri che mai prima si pensava di produrre.

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Step by step. Il cammino dell’arte (di vivere)

Pubblicato il 13 giugno 2017 in http://vecchiatoart.blogspot.it

Uno, ricordatevi sempre di guardare le stelle, non i piedi.
Due, non rinunciate al lavoro: il lavoro dà significato e scopo alla vita, che diventa vuota senza di esso.
Tre, se siete abbastanza fortunati a trovare l’amore, ricordatevi che è lì e non buttatelo via.”
(Stephen Hawking)

Guardare la punta dei piedi quando si cammina é necessario per non incappare in passi fallaci e per non destabilizzare il nostro percorso.
Si rimane attenti a non deviare la strada, a non calpestare oggetti indesiderati e, soprattutto, a proseguire il proprio cammino senza ulteriori intoppi.
La strada quando si cammina può essere interrotta da diverse difficoltà, difficoltà oggettive o soggettive, ma sempre in grado di rallentare, a volte, la strada per raggiungere l’obiettivo finale.
É corretto guardare dove si cammina, ma ogni tanto alzare lo sguardo e puntare verso nuovi spazi può e deve essere un nuovo incentivo per migliorarsi e per continuare a vedere lontano.

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“Io sono un’artista, non ho bisogno di spiegare un c****!” Quando non c’è nulla da dire, nulla da dire è la migliore risposta da dare.

Pubblicato il 06 giugno in http://vecchiatoart.blogspot.it

Le vedi queste persone? Questa fauna? Questa è la mia vita. E non è niente.”
(Jep Gambardella, La Grande Bellezza)

Per spiegare le cose spesso si usano le metafore, quando si cerca di far capire qualcosa per arrivare al cuore di ogni singola persona si usano racconti, allegorie, immagini, lo stesso Gesù Cristo usava rivolgersi alla folla che lo ascoltava per mezzo di parabole.
Una proiezione delle cose raccontante o suggerite aiutano di gran lunga l’uomo a vedere l’operato sotto un altro punto di vista, l’arte stessa si può definire sempre una metafora dei tempi e dei pensieri che intercorrono.
L’arte è quindi una finzione lunga secoli? Una bugia raccontata in maniera univoca per mezzo delle immagini?
Chi è quindi l’artista? Com’è stata vista e vissuta la sua figura nel corso del tempo?

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Franz Chi. Visioni di un futuro passato

Tutto ciò che è presente però non sarà mai scordato, la storia sedimenta, insegna e resta come monito di ciò che si è stato.
È da qui, da questo punto focale fatto di rimandi storici e di proiezioni future, di qualcosa che ha il fascino dell’impossibile e dell’incredibile che parte l’opera di Franz Chi, nelle sue opere c’è la proiezione di una bellezza universale che ha l’armonia e l’eleganza dei volti e dei corpi muliebri, simbolo di vita, dove sopravvivono continui cambiamenti e mutazioni che si sono innestati nel corso dei secoli fino ad arrivare ad un mondo contemporaneo che guarda oltre lo sguardo e si propaga verso quel futuro che non si conosce, ma si crea, si teme e si ricerca.
Le sculture di Franz Chi fanno convivere busti e volti umani dal sapore cyberpunk dove sono reinventati esseri straordinari, combinazioni tra uomini e macchine che assumono immagini ricche di suggestioni che rappresentano l’odierna società che non si arrende al concetto di morte, di vecchiaia, di tempo.

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