Quali sono le emozioni che si provano quando si varca la soglia di una mostra d’arte? Cosa ci si aspetta di sala in sala passando in mezzo alle opere e ai lavori degli artisti che sono esposti?

L’attesa, il percorso, la cura, le spiegazioni in un passaggio dietro l’altro per immergersi tra idee, forme e colori che si aprono agli occhi dello spettatore per arrivare a suscitare pensieri e confronti con ciò che si è vissuto e ciò che avverrà.

Il passato, il presente e il futuro si ritrovano nella storia dell’arte con uno scambio mai finito tra ciò che è stato, quello che c’è e ciò che sarà.

Negato o superato il passato, atteso e speranzoso il futuro è innegabile invece che ora, nel presente, si possano compiere e vedere i passi di chi ci ha preceduto ed è per questo che mostra storiche come “Vedova/Shimamoto. Informale da Occidente a Oriente” a cura di Enrica Feltracco e Matteo Vanzan con testi in catalogo dei curatori e di Massimiliano Sabbion presso il Museo Civico di Asolo fino al 15 novembre 2020 sono un’impronta indelebile per capire il cammino compiuto e vissuto all’interno della storia a noi contemporanea.

Nelle opere in mostra si respira tutta la vita, la passione e la voglia di creare che hanno contraddistinto tanti artisti in un periodo storico ricco di fermento e di ripresa dopo una devastante guerra mondiale che sembrava aver spazzato via la vita e lasciato invece un segno nelle forze rimaste.

La bomba atomica su Hiroshima e Nagasaki ha sancito la fine di un conflitto e instaurato, invece, altri mille conflitti interiori a cui gli artisti non sono rimasti certo indifferenti.

C’è un prima e un dopo quando termina la guerra, vincitori e vinti devono fare i conti con se stessi e ricostruire città, luoghi, anime.

L’arte riprende da dove si era fermata, anche se ferma in verità non lo è stata mai, e la Biennale d’Arte di Venezia del 1948 rivede se stessa e si volge al passato da un lato ripartendo dai movimenti di fine Ottocento fino alle Avanguardie, dall’altro si interroga sul futuro: realismo o astrattismo?

Già, aderire alla realtà per ricominciare o astrarre la concretezza per scivolare verso altre forme? Qual è la strada del futuro? Nascono movimenti e gruppi e gli artisti aderiscono all’uno o all’altro, spesso scivolano in entrambi, ma il comun denominatore è sempre uno: esprimere.

Materie, segni e gesti fanno nascere da Occidente a Oriente quello che sarà poi definito Informale, la “non forma” indica il rifiuto della realtà naturale che si traduce nell’abbandono di ogni proposito mimetico e le vie percorse dagli artisti sono molteplici, comune è il processo di disgregazione della forma nell’informe.

Nel 1952 il critico francese Michel Tapié la chiama un art autre, un’altra arte, diversa da tutto, simile fra i molti esponenti che arrivano alle stesse conclusioni anche se si trovano in posti, luoghi e tempi differenti.

In Italia Emilio Vedova è la forza motrice e dirompente fatta di materia che si increspa e aggruma sulla tela, è il segno pesante e possente che disegna o, altre volte, che racconta con fine trasparenza il gesto che lascia impresso sul supporto. Vedova è veneziano, Vedova è Venezia stessa, erede di quel colorismo veneto che ha portato l’esprimersi delle cromie in tutto il mondo e le sue composizioni sono intrise di amore per il passato, per la luce e le onde del mare che bagnano la città lagunare e per l’acqua ora ferma e docile e subito dopo violenta e scatenata, è la forza che si esprime nell’arte, in una “non forma” che si fa davvero “altra arte”.

In Giappone Shōzō Shimamoto sgancia bombe di colore in cui si impregnano pezzi di materia che passano dalla trasparenza e luccichio del vetro al legno, alla sabbia e l’artista si scaglia sulla tela con impeto, con una primordiale forza creatrice che rompe col mondo precedente fatto di pulizia, ordine, regole, segni che si portano addosso sulla pelle e nell’anima da secoli. Shimamoto danza sulle tele stese a terra, si sporca di colore, si imbeve di colate laviche e di spruzzi tutto attorno coinvolgendo il pubblico che si trova in mezzo ad un teatro performativo tra l’incredulo e lo stupore del fascino creativo. La grafia dei segni è direzionata dalla materia e dal colore dove l’uomo e l’artista ne escono sporchi e imbevuti fino all’osso in una sorta di lotta quotidiana con la fatica di vivere, con la difficile visione di chi ha scelto di fare arte rompendo tutti gli schemi e lanciando l’ennesima bomba che annienta e distrugge lo spazio attorno per crearne altro.

L’Informale dilaga come altra arte, altra voce tra le voci del secolo e da Occidente a Oriente tanti gli autori che tra materia, segno e gesto solcano la storia e oggi gran parte di essi sono stati raccolti in mostra presso il Museo Civico di Asolo: Carla Accardi, Afro, Renato Birolli, Alberto Burri, Ezio Bruno Caraceni, Arturo Carmasi, Alfredo Chighine, Hsiao Chin, Roberto Crippa, Lucio Fontana, Toshimitsu Imai, Paul Jenkins, George Mathieu, Umberto Milani, Jean Miotte, Ennio Morlotti, Sadamasa Motonaga, Nohara Motonari. Shuji Mukai, Senkichiro Nasaka, Gastone Novelli, Claudio Olivieri, Achille Perilli, Armando Pizzinato, Gina Roma, Giuseppe Santomaso, Gerard Schneider, Toti Scialoja, Yasuo Sumi, Tancredi, Mark Tobey, Giulio Turcato, Chiyu Uemae, Yozo Ukita, Jiro Yoschihara.

La storia, il tempo, il futuro che verrà è sempre fatto di materia, segni e gesti, di uomini che sperimentano e osano, di colore che si increspa con la sostanza, di tracce che resteranno incancellabili e che porteranno dentro di sé la testimonianza della storia a disposizione dell’intenso rapporto tra l’uomo e l’opera d’arte.

Vedere la mostra “Vedova/Shimamoto. Informale da Occidente a Oriente” è immergersi nello stesso stato d’animo di quegli stessi artisti che hanno dato voce ad un’epoca guidano quell’impulso generatore che è servito a compiere la trasformazione di segni, gesti e materie in capolavori visivi senza tempo perché le emozioni e gli impulsi sono e rimangono uguali come al tempo della loro creazione, lo sono oggi e lo saranno poi domani.

Informazioni

Vedova/Shimamoto. Informale da Occidente a Oriente”.

30 AGOSTO – 15 NOVEMBRE 2020
ASOLO (TV), MUSEO CIVICO – via Regina Cornaro 74

Ingresso: intero 8 €; ridotto 6 €; ingresso famiglie 25 € (2 adulti e 2 minori)
Visite guidate su prenotazione
Info e prenotazioni: Mail info@museoasolo.it / Tel. 0423952313