Capita spesso di doversi confrontare con l’immagine di noi stessi riflessa in uno specchio: al mattino appena alzati a rimirare un volto assonnato, mentre ci si prepara per affrontare la giornata, quando ci si veste e ci si controlla se quella camicia si abbina alle scarpe e infine una rapida occhiata prima di uscire di casa nello specchio d’entrata prima di prendere il mazzo di chiavi e chiudere poi la porta.
Bene. Si può senz’altro dire che le giornate cominciano con uno sguardo verso di sé e in tal modo spesso finiscono alla stessa maniera: ci si strucca, ci si lava i denti, una visione d’insieme ad una faccia stanca dopo la giornata di impegni e lavoro e poi a letto.
Archivio tag Rembrandt
“Puoi impedire a un uomo di rubare, ma non di essere un ladro”
(Arthur Schnitzler)
“In questo mondo di ladri c’è ancora un gruppo di amici che non si arrendono mai”
(Antonello Venditti)
I furti d’arte sono visti spesso in sordina tra le pagine dei giornali e le news dei tg nazionali, ma sono all’ordine del giorno, non fanno notizia inseriti come sono tra un servizio ambientalista e un fatto di cronaca locale.
La cultura non ha abbastanza voce per farsi sentire e per gridare “al ladro! Al ladro!” quando viene depredata e violata passa spesso in secondo piano, ma rubare un’opera d’arte è sottrare all’uomo la possibilità di godere dell’immagine e della bellezza di un pensiero che viene levato alla vista e all’emozione personale.
Tutto ciò che è presente però non sarà mai scordato, la storia sedimenta, insegna e resta come monito di ciò che si è stato.
È da qui, da questo punto focale fatto di rimandi storici e di proiezioni future, di qualcosa che ha il fascino dell’impossibile e dell’incredibile che parte l’opera di Franz Chi, nelle sue opere c’è la proiezione di una bellezza universale che ha l’armonia e l’eleganza dei volti e dei corpi muliebri, simbolo di vita, dove sopravvivono continui cambiamenti e mutazioni che si sono innestati nel corso dei secoli fino ad arrivare ad un mondo contemporaneo che guarda oltre lo sguardo e si propaga verso quel futuro che non si conosce, ma si crea, si teme e si ricerca.
Le sculture di Franz Chi fanno convivere busti e volti umani dal sapore cyberpunk dove sono reinventati esseri straordinari, combinazioni tra uomini e macchine che assumono immagini ricche di suggestioni che rappresentano l’odierna società che non si arrende al concetto di morte, di vecchiaia, di tempo.
Pubblicato il 17 febbraio 2017 in http://vecchiatoart.blogspot.it
Scattarsi i selfie oggi è diventato quasi un status symbol più che una moda, bisogna far vedere dove si è, con chi si è, tenendo sempre presente quale sia l’angolazione migliore per esaltare al meglio sia il luogo che l’autoscatto del proprio io: se non (auto)scatti non sei nessuno!
Eh sì, prima di essere chiamati comunemente “selfie”, termine derivato dalla lingua inglese, si parlava di autoritratto, autoscatto che, grazie alle moderne tecnologie (smartphone, tablet o webcam), ha preso sempre più piede puntando l’obiettivo verso di sé, condividendo poi il tutto nei vari social network.
Pubblicato il 19 novembre in http://vecchiatoart.blogspot.it
“Per essere, bisogna apparire” recita un vecchio modo di dire, perché bisogna apparire? Perché bisogna sovraesporsi e mettersi in mostra? Conta davvero così tanto la visibilità?
Nel mondo contemporaneo invaso da social network e tecnologia tutto si fa più facile e le nuove pubblic relation arrivano attraverso scambi multimediali e virtuali che finiscono per far apparire più che essere.
Ogni giorno il primo pensiero diventa la “droga della visibilità”: cliccare con cuori o like i vari post dei social, controllare quante sono le visualizzazioni dell’ultima foto o frase preconfezionata, quanti “mi piace” sono stati messi, verificare cosa dicono, pubblicano, commentano e inseriscono gli altri… diventa un lavoro sociale capire e carpire il “segreto del successo” dell’apparire.