La curiosità spinge sempre l’uomo a ricercare, provare e a sfidare se stesso in ogni campo e situazione.
La curiosità spesso conduce a peccare di presunzione o a sbagliare, ci si trova invischiati in un mare di dubbi, di perplessità e situazioni che poi minano la fiducia e la passione nelle cose che si fanno.
Perché allora l’uomo è così testardamente curioso da non ritornare sui suoi passi e lasciar perdere tutto? Forse perché senza la curiosità oggi non ci sarebbero molti degli strumenti che aiutano la vita di ognuno di noi dalle cose più banali all’essenzialità quotidiana. È impensabile pensare che l’uomo non abbia mai usato la curiosità per arrivare a scoprire se stesso, a scavare quella parte rimasta sempre nascosta e via via svelata.
È la curiosità che porge al futuro le scoperte dell’oggi.
Archivio tag Pablo Picasso
È possibile nutrirsi con l’essenziale, ma non si può rimanere senza anima, anima? No, volevo scrivere “acqua”, ma scrivendo nella fretta complice la velocità, dai tasti della mia tastiera nera del pc è uscito “anima”, senza volerlo e senza accorgemene, il tutto smanettando dal file della cartella “musica” per mettere una playlist come sottofondo, ed ho scritto “anima”.
Colpa della distrazione o lapsus voluto e ricercato inconsciamente? Colpa della playlist? Colpa dell’acqua o dell’anima?
Seconda parte del nostro percorso-gioco se gli artisti del passato avessero potuto usare i social network cosa ne sarebbe uscito? Che profili avrebbero?
Ecco un’altra carrellata tra serio e faceto.
“A mio avviso non ci sostituisce al passato, semplicemente si aggiunge un nuovo anello alla sua catena”
(Paul Cézanne)
Tempo, quante volte ricorre la parola tempo nei nostri discorsi, nei pensieri, nel quotidiano e nella paura del domani, il tempo futuro che dovrà ancora arrivare e il tempo perduto, quello passato, che non torna più.
Si rincorre questo tempo con la paura di bruciarlo tutto, di non avere più spazio e di consumare tutta l’aria attorno che c’è, con il segreto timore di avere perduto tutto e di non aver concluso poi nulla.
“Che schifo questo quadro!“, affermazione spesso dettata d’istinto verso un lavoro compiuto da un artista che non piace, o meglio, che non trova i nostri gusti e tocca le nostre corde emotive.
Ma lo “schifo”, da cosa è generato? Da una non ben identificata interpretazione del soggetto posto di fronte? Da un assembramento di forme e colori che non trovano il nostro personale gusto? Da una ricerca infantile e sommaria di ciò che è rappresentato?
Gli elementi sono variabili, sono troppi forse per essere elencati, si passa dal piacere soggettivo al gusto oggettivo: se una cosa è brutta, è brutta!
Capita spesso di doversi confrontare con l’immagine di noi stessi riflessa in uno specchio: al mattino appena alzati a rimirare un volto assonnato, mentre ci si prepara per affrontare la giornata, quando ci si veste e ci si controlla se quella camicia si abbina alle scarpe e infine una rapida occhiata prima di uscire di casa nello specchio d’entrata prima di prendere il mazzo di chiavi e chiudere poi la porta.
Bene. Si può senz’altro dire che le giornate cominciano con uno sguardo verso di sé e in tal modo spesso finiscono alla stessa maniera: ci si strucca, ci si lava i denti, una visione d’insieme ad una faccia stanca dopo la giornata di impegni e lavoro e poi a letto.
“Di solito gli uomini quando sono tristi non fanno niente;
si limitano a piangere sulla propria situazione;
ma quando si arrabbiano allora si danno da fare per cambiare le cose.”
(Malcolm X)
Per esprimere e creare qualsiasi forma d’arte tutto parte da un’emozione, quale sia questo input che tutto crea non lo si sa con certezza.
Un grande dolore, un’enorme rabbia, un grande amore, un’immensa gioia…tutto può servire per dare sfogo alla creatività.
Dai periodi blu e rosa di Pablo Picasso che trasmette le sue emozioni di pacatezza o tristezza nei colori, nei soggetti e nelle forme, alla felicità trasbordante vissuta nelle opere di Marc Chagall, fino alla perversione coloristica espressionista e tagliente dei quadri di Vincent Van Gogh o alle minuziose battiture calligrafiche di un preciso e segnico Paul Klee, fino a pervenire al corpo martoriato e usato dagli artisti della Body Art come Marina Abramovic e Gina Pane.
Pennellate di colore rabbioso dato da Jackson Pollock, campiture dense e pastose di Mario Schifano, graffi sui muri come momenti rinchiusi di Keith Haring o di Banksy.
Pubblicato il 11 luglio 2017 in http://vecchiatoart.blogspot.it
Ci vuole passione per riuscire ad arrivare fino alla fine di un percorso, costanza, impegno e fatica saranno ottime compagne, ma prima di tutto la passione.
La passione, causa scatenante che mette in moto la creatività, che aguzza l’ingegno, che crea contatti, che fa spostare le persone, che si arricchisce con la visita di nuovi luoghi, tutto si muove se a partecipare arriva il perseguimento di un risultato che ci si è prefisso.
La passione è, per citare un film del 1965 sulla vita di Michelangelo Buonarroti, “Il tormento e l’estasi” di ogni artista, in cui si accompagna spesso ad una furia creativa che sfocia nella rabbia interiore, dove la creazione è spesso una tortura: andrà bene? Potevo fare di più? Cosa penserà il pubblico? È quello che davvero volevo esprimere? È il percorso visivo che volevo ottenere?
Pubblicato il 19 maggio 2017 in http://vecchiatoart.blogspot.it
Ogni persona, ogni essere umano pensante ha gusti e sapori differenti, è il bello della varietà delle cose e dei piaceri che conduce l’uomo verso nuove e spettacolari strade dove la capacità di scelta, il libero arbitro e l’apprezzamento cambia a seconda delle realtà dettate da mondi sociali, etnici, religiosi, politici differenti alle quali far riferimento.
La cultura sociale è la base primaria per discernere ciò che piace da ciò che non si ama, il valore soggettivo e oggettivo delle cose cambia quindi in base a diversi fattori, ma nessuna cultura si può definire migliore o peggiore di altre, solo differente.
Pubblicato il 26 aprile 2017 in http://vecchiatoart.blogspot.it
“Alcuni dicono che la pioggia è senza scopo e altri dicono che è piena di ricordi e desideri”
(Tagor Manroo)
Si spera sempre di visitare una città con il sole, con una splendida giornata che permetta di vedere le vie, i monumenti e il paesaggio circostante per poterne godere appieno e continuare poi questo viaggio anche una volta rientrati per mezzo dei ricordi, delle foto e dei souvenir acquistati.
L’evento che fa da corollario alla visita della città poi diventa qualcosa che si aggiunge in più a ciò che si vede: una mostra d’arte, un’apertura straordinaria di un luogo, un festival, una rassegna artistica o cinematografica, tutto concerne alla bella giornata di svago che ci si é concessi.