Memore delle lezioni dei maestri del passato e della ricerca compiuta negli anni, Silvia Scuderi si presenta all’occhio dello spettatore come una “viaggiatrice visiva” che ha portato con sé l’esperienza di un presente fatto di memoria, di visioni oniriche, di immagini che rimandano alla natura attraverso vedute paesaggistiche e particolari naturali in una immersione totalizzante che fonde cielo e terra, il visibile e l’astratto.
Corsi d’acqua che si specchiano tra le fronde di una flora ribelle e prospera, rocce che sedimentano secoli e stratificazioni del tempo, paludi e canneti, spazi immensi contrapposti a sguardi che occupano tutta la tela mostrando, a volte, un particolare riconducibile ad una natura di più ampio respiro.
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Seconda parte del nostro percorso-gioco se gli artisti del passato avessero potuto usare i social network cosa ne sarebbe uscito? Che profili avrebbero?
Ecco un’altra carrellata tra serio e faceto.
Natura!
Ne siamo circondati e avvolti – incapaci di uscirne, incapaci di penetrare più addentro in lei.
Non richiesta, e senza preavviso, essa ci afferra nel vortice della sua danza e ci trascina seco, finché, stanchi, non ci sciogliamo dalle sue braccia.
(Goethe)
Nella storia dell’arte si parla spesso di natura e la data del 1874, nascita dell’Impressionismo, prende il nome da un quadro di Claude Monet “Impressione al levar del sole“, un paesaggio naturale appunto. La natura è presente nella ricerca artistica nel corso dei secoli e la scelta della ex Corte Benedettina di Correzzola è stata fondamentale, in questi luoghi, posti che pulsano di storia e vita con le terre bonificate e strappate al mare, si respira un legame speciale tra l’uomo e il paesaggio: l’ansa del fiume Bacchiglione, i campi attorno, un’oasi che ben testimonia un panorama naturale un viaggio nelle terre venete.
Pubblicato il 23 maggio 2017 in http://vecchiatoart.blogspot.it
“Di solito l’istinto ti dice quel che devi fare molto prima di quanto occorra alla tua mente per capirlo”
(Edmund Burke)
L’istinto, quella sensazione che arriva senza preavviso e che fa agire a volte con incoscienza e rapidità d’esecuzione, spesso si arriva a produrre una serie di percezioni di pura interpretazione date poi in visione al pubblico che ne decreta l’appartenenza con le proprie impressioni o meno.
Agire di “pancia” è riuscire a sentire direttamente le percezioni emozionali che possono essere suscitate da un evento, una persona, una storia personale, è un ascolto attivo senza filtri di ciò che si prova e che in maniera irrefrenabile si trasforma in qualcosa di vivo e concreto.
Pubblicato il 21 marzo 2017 in http://vecchiatoart.blogspot.it
“La cosa più profonda di un uomo è la pelle”
(Paul Valery)
Una sensazione. Quando qualcosa si insinua e piace o, al contrario, si allontana invece dai nostri piaceri la prima ad assaporarne l’impatto è la pelle, come? Con un brivido o una percezione di calore diffuso che si pone tra l’esterno e l’emozionalità del vissuto, il nostro corpo.
L’arte è così, come la pelle, dà i brividi, è il limite tra esterno ed esternalizzazione, l’arte è la pelle su cui si indagano le sensazioni, la critica di sé, la storia, dove si gettano le basi future senza scordare di guardare indietro.
L’arte è il confine, la pelle è il confine.
Pubblicato il 21 ottobre 2016 in http://vecchiatoart.blogspot.it
Utilizzare i materiali, i supporti, sapere usare le tecniche più varie e assemblare forme e colori non fa di una persona dotata di ingegno e creatività un artista.
Chi è un artista? Uno che è capace di emozionare e si avvale di capacità tecniche? Non solo.
Non basta conoscere e applicare la materia per “saper far arte”, per produrre idee e “colpi di genio”, per definire un lavoro artistico si ricerca qualcosa che non è solo così vicino al sentire comune, ma che arriva ad avere un riconoscimento quasi univoco e universale che si definisce “opera d’arte”.
Spesso gli artisti inscenano i disagi e il sentire del mondo in cui vivono, dove la visione si fa a tratti ironica, amara, di denuncia sociale o politica, di mimesi e raffronto alla realtà, lasciandosi alle spalle il passato o proiettando scenari futuri.
Pubblicato il 05 marzo 2016 in http://vecchiatoart.blogspot.it
C’è ancora spazio per l’arte contemporanea oggi? Quali significati si nascondo dietro alle provocazioni e alle performance? Ha senso oggi creare scandalo con nudi gratuiti o azioni che scadono nel volgare e nel ridicolo?
Ogni secolo è costellato da recuperi ed emozioni che si rimescolano a percezioni dette già nelle epoche passate, magari rivisitate e riviste, e si arriva ad un risultato che concepisce idee nate da una linea contemporanea che si perde nella proiezione di un ipotetico futuro prossimo.
Pubblicato il 15 dicembre 2015 in http://vecchiatoart.blogspot.it
“L’unico mezzo con cui possiamo preservare la natura è la cultura”
(Wendell Berry)
Si è concluso il 12 dicembre l’accordo che i 195 stati presenti alla conferenza sul clima di Parigi hanno votato, il presidente della Cop21 Laurent Fabius ha specificato come questo accordo “è necessario per il mondo intero e per ciascuno dei nostri paesi. Aiuterà gli stati insulari a tutelarsi davanti all’avanzare dei mari che minacciano le loro coste; darà mezzi finanziari all’Africa, sosterrà l’America Latina nella protezione delle sue foreste e appoggerà i produttori di petrolio nella diversificazione della loro produzione energetica. Questo testo sarà al servizio delle grandi cause: sicurezza alimentare, lotta alla povertà, diritti essenziali e alla fine dei conti, la pace. Siamo arrivati alla fine di un percorso ma anche all’inizio di un altro. Il mondo trattiene il fiato e conta su tutti noi“.
Pubblicato il 13 novembre 2015 in http://vecchiatoart.blogspot.it
“Abbi buona cura del tuo corpo, è l’unico posto in cui devi vivere.”
(Jim Rohn)
L’ossessione per il corpo perfetto sembra accompagnare i pensieri di questi ultimi decenni, mai è data cosi importanza al corpo umano.
Già dagli anni Settanta la fisicità, la carnalità e l’espressione del corpo sono linguaggi che si ripercorrono in tutti i settori dalla politica, con l’affermazione del corpo della donna e la sessualità liberata da schemi e concetti che avevano represso l’uomo, fino alla concezione artistica di un corpo che parla per mezzo di installazioni, performance, body art che trova il suo massimo accentuato.
Pubblicato il 9 settembre 2015 in http://vecchiatoart.blogspot.it
Quando ci si avvicina ad un’opera d’arte la prima cosa che si usa è il verbo “vedere”, gli occhi sono il primo strumento di lettura per decodificare quello che è proposto dall’artista.
Assaggiare visivamente un quadro, una scultura, un oggetto è la prima vera sensazione che è offerta nelle primarie e istintive emozioni.
Per l’arte contemporanea spesso la vista non è l’unico mezzo per comprendere appieno ciò che si vede. Udire non è sentire, vedere non è guardare, si richiede, infatti, uno sforzo maggiore per annoverare tra le esperienze sensoriali quello che è presentato ai sensi.