La fama si accompagna spesso al successo? Essere conosciuti non significa necessariamente essere al centro di tutto, non significa neppure compiere un buon lavoro forse… e allora, ritorniamo al primo pensiero: sicuri che fama e successo coincidano con la qualità delle cose?
La presunzione di essere i migliori, la mancanza di confronto e di umiltà, gli scambi e i dibattiti sono forse le armi più pericolose che possano esplodere nelle mani degli artisti, dei curatori, dei critici e di chi gravita attorno al sistema dell’arte.
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Riprendendo il discorso del pezzo precedente legato al mondo dei social network, parte contemporanea più che mai attuale, strumento di moderna tortura al grido di “senza social non sei nessuno“, si era arrivati alla conclusione del pezzo pensando al passato, e allora perché non provarci? Creare un gioco, non senza scatenare dissensi e puristi del caso, ma un gioco solamente, una ludica carrellata dedicata alla storia dell’arte: come sarebbero stati i profili social degli artisti?
“Essere popolare sui social è come essere ricchi al Monopoli“, beh una frase abbastanza provocatoria perché la regola vale per moltissimi che si vantano di essere “seguiti”, “spollicciati” dai followers, coloro che seguono il profilo social (Instagram, Facebook, Twitter, Youtube, etc…) di un personaggio noto.
Molti diventano davvero famosi tanto da essere riconosciuti vere e proprie icone nei settori di moda e comunicazione (Chiara Ferragni, docet), identificati poi col nome di influencer capaci di influenzare i comportamenti di acquisto del pubblico grazie alla loro autorevolezza e carisma per mezzo di tematiche e opere di interesse di massa.