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Povero artista…Sogni o concretezza? Cosa serve a chi crea Arte?

Pubblicato il 04 novembre 2016 in http://vecchiatoart.blogspot.it

Se il sogno muore, che ne sarà del sognatore?
E se muore il sognatore, che ne sarà del sogno?”
(Arthur B. Chandler)

Un artista non muore mai povero.
Non tutto si monetizza e concretizza con il successo commerciale e con la pecunia che arriva a predisporre una sicurezza economica che permette nuove realizzazioni e investimenti.
Non è tutto oro quello che luccica, ma non è nemmeno vero che tutto quello che si produce poi si trasforma in oro.
Legati ad una concezione post romantica dell’artista bohemienne, solo, povero e senza futuro, si arriva a elaborare la visione di un artista scordato dai suoi contemporanei e riscoperto poi solo dopo la morte. Spesso non è così, spesso capita invece il contrario: artisti famosi in vita che si inebriano di oblio solo successivamente.
Quanti ricordano i nomi di artisti accademici e riconosciuti tra premi, esposizioni e committenze private e pubbliche che poi, passato il periodo storico, sono finiti tra le pagine della storia dell’arte?
È necessario vivere e fare arte da vivi o ricordare ciò che si è stati anche dopo la conclusione della vita terrena?

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La critica di se stessi è come un buon piatto di lasagne: si cucina ad arte.

Pubblicato il 01 novembre 2016 in http://vecchiatoart.blogspot.it

Non capita spesso di imbattersi in opere d’arte che cambiano il percorso della vita che, oltre a restituire fascino e bellezza emotiva, si investono di una pura visione emotiva.
Capita sovente di ritrovarsi invece davanti a opere incomprensibili al pubblico o dal sapore del già visto e sentito, senza nessun sforzo mentale né emozionale, puramente costruzioni per un mercato d’arte che, a tratti, risulta saturo e svuotato.
La genialità non serve se non è accompagnata da una ricerca e da un confronto, poco vale la pretesa di chi si sente superiore alla media e, per non contaminare il suo sconfinato ego, ripudia e disprezza il lavoro altrui, forse temendo una comparazione?
Molti creativi pretendono di essere in cima alla lista delle priorità e della visibilità, arrivando a non cercare di rapportarsi con nessuno, sia che si parli di altri creativi del passato storicizzato sia di contemporanei.

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Chi è un artista? Professionista contro improvvisatore.

 

Pubblicato il 21 ottobre 2016 in http://vecchiatoart.blogspot.it

Utilizzare i materiali, i supporti, sapere usare le tecniche più varie e assemblare forme e colori non fa di una persona dotata di ingegno e creatività un artista.
Chi è un artista? Uno che è capace di emozionare e si avvale di capacità tecniche? Non solo.
Non basta conoscere e applicare la materia per “saper far arte”, per produrre idee e “colpi di genio”, per definire un lavoro artistico si ricerca qualcosa che non è solo così vicino al sentire comune, ma che arriva ad avere un riconoscimento quasi univoco e universale che si definisce “opera d’arte”.
Spesso gli artisti inscenano i disagi e il sentire del mondo in cui vivono, dove la visione si fa a tratti ironica, amara, di denuncia sociale o politica, di mimesi e raffronto alla realtà, lasciandosi alle spalle il passato o proiettando scenari futuri.

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Arte pubblica. Tra scandali e degrado: confutate gente!

Pubblicato il 18 ottobre 2016 in http://vecchiatoart.blogspot.it/

Da quando esistono i social network, la vox populi sembra essersi trasferita dalle parole allo schermo di un pc, di uno smartphone o di un tablet.
I punti di incontro reali sono sempre più rari nella società odierna, altri tempi in cui si pubblicizzava il “logorio della vita moderna” fatta nei bar, nelle piazze e altri punti di ritrovo, ora i social hanno sostituito le discussioni fatte davanti ad un bicchiere di vino e una partita a carte a favore invece di pensieri rarefatti in cui domina la libertà che si tramuta in parole che si digitano e si lasciano virtuali tra chat e commenti di like variegati.
Sembra ormai che il lamentio quotidiano e la critica su qualsivoglia argomento abbia preso il sopravvento al vero confronto, alla pura presa di posizione e all’opinione supportata da tesi e punti specifici.

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A chi vuoi più bene? Alla mamma o al papà? Indagine sul mondo astratto e figurativo.

Pubblicato il 14 ottobre 2016 in http://vecchiatoart.blogspot.it

Vuoi più bene alla mamma o al papà?”, è la classica domanda che ci si sente rivolgere quando si è bambini, specie quando la zia di turno ci interroga sventolando davanti un sacchetto di caramelle e che, consapevolmente e indipendentemente dalla risposta che si darà, diventerà nostra proprietà.
Il rischio? Rispondere in maniera errata con il pericolo di provocare danni emotivi nei rispetti genitori, solo allora si intuisce cosa sia la diplomazia e si esce con un bel “A tutti e due!”, per evitare di provocare un dolore materno (o paterno) che metta in discussione il buon operato del sistema genitoriale.
Sono scelte che non si possono condurre e fare, si predilige sempre quello che più ci aggrada e si avvicina alle corde emotive del momento, vogliamo più bene una volta alla mamma, una volta al papà, spesso a tutti e due!

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“Un giorno lui verrà, con sé mi porterà”. Esiste il Principe Azzurro nell’arte contemporanea?

Pubblicato il 07 ottobre 2016 in http://vecchiatoart.blogspot.it

La curiosità ci spinge a vedere oltre, ci fa vedere al di là dello spazio fisico e della mente e sovente accade che ci si trova a seguire la spinta emozionale oltre il visibile.
Nel mondo contemporaneo chi si può definire un buon artista? Quello che mediaticamente raggiunge l’immaginario collettivo o quello che si ritrova a gettare le basi di un nuovo modo di fare arte e lasciare in questo modo un segno del proprio tempo?
Nella società contemporanea mettere in conto visione le proprie opere, partecipare attivamente attraverso social e quindi esporsi, è il primo fra i passi che servono per portare a compimento la concezione del proprio stile e modus operandi artistico.

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Fare e sapere. Sapere e fare. Ciò che conta è il far parlare.

Pubblicato il 30 settembre 2016 in http://vecchiatoart.blogspot.it

Conta più il sapere o il fare?
Già, cosa conta di più? Sapere o fare? Conoscere e approfondire, studiare, indagare e ricercare le cose o essere invece pratici, dediti all’azione, maneggiare i materiali?
Sono entrambi processi creativi a cui dare importanza e respiro, l’uno equivale e si compensa nell’altra: senza il sapere non c’è il fare, senza il fare latita il sapere.
Nell’era dei social network, della globalizzazione totale e diffusione dei pensieri che avviene in un istante dettato da un click o da un touch, la diatriba sapere-fare cozza forse ancora di più.
Difficile trovare il tempo per fermarsi e parlare, tantomeno per leggere o scrivere, forse anche solo per leggere un libro o affrontare concetti e riflessioni.

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Perché raccontare l’arte. “Dietrologia” di un processo creativo.

Pubblicato il 23 settembre 2016 in http://vecchiatoart.blogspot.it

Perché.
Perché raccontare.
Perché raccontare l’arte.
Potrebbe essere questo il titolo di una lunga discussione sull’arte e sugli artisti, sulle cose da dire e fare, sul sapere e sul creare, sul perché abbiamo così bisogno di spazio e soprattutto tempo per mettere in moto il cervello e gli occhi per riuscire a vedere e godere delle forme che si propongono, una dopo l’altra, curiosi di verificar e di vedere cosa succede poi, quasi come una partita a carte di Memory, per vedere quale figura successiva si accavalla nella testa associandola ad un’altra o alla sua gemella.
La curiosità ci spinge a vedere oltre, guardare nello spazio e nella mente di chi si trova a seguire la spinta emozionale di ciò che si vuole vedere.

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