Le scelte non sono mai così semplici, la paura di sbagliare e di trovarsi nelle condizioni tali da provare sulla propria pelle l’errore di ciò che si é scelto é sempre dietro l’angolo.
Sembrerà certo scontato, ma sono molti i quesiti che ci vengono posti tutti i giorni, il quotidiano ci tartassa con le continue domande e ci pone sempre di fronte ad un bivio: scelgo il bianco o il nero? La destra o la sinistra? Faccio bene o male a continuare in questo modo?
La vita è quindi una questione di scelta, continua. Non si possono mai trovare davvero le soluzioni più semplici senza una buona dose di fortuna, di audacia e di tanta costanza nel credere in ciò che si fa.
Ho paura. Certo, ho paura che la scelta che si compie non sia quella giusta, restare fermi dà sicurezza, avanzare e spostarsi può essere un errore fatale che conduce a fallire le aspettative iniziali.
Ho paura anche che se non provo, ma se non rischio e mi butto non saprò mai dove mi condurrà la strada intrapresa, magari é quella sbagliata, ma se non compio il lancio non lo saprò mai.
Il mondo esterno ai nostri pensieri e titubanze non concede errori e sconti, spietata la conseguenza di ciò che arriva e i conti che si presentano.
Hai scelto in maniera sbagliata? O ricominci e continui o ritorni sui tuoi passi, ma una scelta, una possibilità te la sei data…
Sicuro e certo é il fatto che “il rischio di rischiare” sia alto, sostenere se stessi e crederci é il primo passo, trovare chi condivida il nostro peso e rischio é il secondo.
Creare e immergersi in un mondo in cui dominano colori e forme, fare arte e mettersi quindi in gioco é una scelta difficile e dura fatta in un mondo che vive costantemente di nuovi stimoli, di competizioni, di emozioni che si propagano a macchia d’olio in un contesto sempre più ampio e globalizzato dove tutto é stato detto e tutti comunicano con tutti.
La globalizzazione dei pensieri é anche l’immersione nelle paure, nelle scelte, nelle condizioni costanti che portano ad altre paure, altre scelte, altre condizioni.
Mostrarsi e far in modo che il nostro operato venga visto da molti é il rischio più alto, si può non piacere, essere isolati e derisi.
Vincent Van Gogh fu solo uno dei tanti artisti che non furono riconosciuti in vita come rivoluzionari e dal linguaggio unico, bensì considerato diverso dagli altri. Già, diverso dagli altri, spesso la diversità diventa ostacolo più che forza, ma allora che dire di tanti “diversi” che popolano le pagine della nostra storia? Frida Kahlo, Ludwing van Beethoven, Andy Warhol, Maurizio Cattelan, Edith Piaf…
Il rifiuto, la ricerca non riconosciuta e apprezzata, gli sforzi compiuti che non trovano mai risultato, le lacrime versate, le ore sacrificate, i ripensamenti, i “se” e i “ma” ripetuti, l’altra scelta scartata che forse poteva essere la migliore… Dio! É così difficile scegliere e cambiare? Sì, lo é. A volte allora meglio restare comodi e chiusi nelle proprie certezze, circondati dalle sicurezze che non tradiscono, si soffocano in questo modo le opportunità, perché più basso é lo scalino dal quale ci si butta meno male ci si procura.
Colpa forse di un mondo che ci rende tutti simili e condanna chi esce dagli schemi, chi vuole creare e non somatizzare le proprie pulsioni sarà sempre considerato un diverso e un pazzo, il suo salto sarà di certo più alto e la caduta se non attutita farà di sicuro più male, ma la differenza é solo una: si é scelto di vivere, non di sopravvivere.
“Scegliete la vita
Scegliete un lavoro
Scegliete una carriera
Scegliete la famiglia
Scegliete un maxi televisore del cazzo
Scegliete lavatrice macchine lettore cd e apriscatole elettrici
Scegliete la buona salute il colesterolo basso e la polizza vita
Scegliete un mutuo a interessi fissi
Scegliete una prima casa
Scegliete gli amici
Scegliete una moda casual e le valigie in tinta
Scegliete un salotto di tre pezzi a rate e ricopritelo con la stoffa del cazzo
Scegliete il fai da te e chiedetevi chi cacchio siete la domenica mattina
Scegliete di sedervi sul divano a spappolarvi il cervello e lo spirito con i quiz mentre vi ingozzate di schifezze da mangiare alla fine
Scegliete di marcire di tirare le cuoia in uno squallido ospizio ridotti a motivo di imbarazzo per gli stronzetti viziati ed egoisti che avete figliato per rimpiazzarvi
Scegliete un futuro
Scegliete la vita…”
(Trainspotting, diretto da Danny Boyle, 1996)