Arte pubblica. Tra scandali e degrado: confutate gente!

Pubblicato il 18 ottobre 2016 in http://vecchiatoart.blogspot.it/

Da quando esistono i social network, la vox populi sembra essersi trasferita dalle parole allo schermo di un pc, di uno smartphone o di un tablet.
I punti di incontro reali sono sempre più rari nella società odierna, altri tempi in cui si pubblicizzava il “logorio della vita moderna” fatta nei bar, nelle piazze e altri punti di ritrovo, ora i social hanno sostituito le discussioni fatte davanti ad un bicchiere di vino e una partita a carte a favore invece di pensieri rarefatti in cui domina la libertà che si tramuta in parole che si digitano e si lasciano virtuali tra chat e commenti di like variegati.
Sembra ormai che il lamentio quotidiano e la critica su qualsivoglia argomento abbia preso il sopravvento al vero confronto, alla pura presa di posizione e all’opinione supportata da tesi e punti specifici.

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A chi vuoi più bene? Alla mamma o al papà? Indagine sul mondo astratto e figurativo.

Pubblicato il 14 ottobre 2016 in http://vecchiatoart.blogspot.it

Vuoi più bene alla mamma o al papà?”, è la classica domanda che ci si sente rivolgere quando si è bambini, specie quando la zia di turno ci interroga sventolando davanti un sacchetto di caramelle e che, consapevolmente e indipendentemente dalla risposta che si darà, diventerà nostra proprietà.
Il rischio? Rispondere in maniera errata con il pericolo di provocare danni emotivi nei rispetti genitori, solo allora si intuisce cosa sia la diplomazia e si esce con un bel “A tutti e due!”, per evitare di provocare un dolore materno (o paterno) che metta in discussione il buon operato del sistema genitoriale.
Sono scelte che non si possono condurre e fare, si predilige sempre quello che più ci aggrada e si avvicina alle corde emotive del momento, vogliamo più bene una volta alla mamma, una volta al papà, spesso a tutti e due!

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La realtà cosi bella da sembrare un quadro, vedi dunque sei?

Pubblicato l’11 ottobre 2016 in http://vecchiatoart.blogspot.it

È così bello da sembrare un quadro”, quante volte una frase simile si interpone nei discorsi e nei pensieri di fronte ad un meraviglioso spettacolo naturale che si desidererebbe fermare per sempre come immagine impressa nella mente?
Ma perché un’immagine che piace e provoca un’emozione si paragona ad un quadro?
Perché è l’unico mezzo di paragone per fissare una rappresentazione della realtà?
Perché la mimesi del reale si fissa e resta per sempre legata ad un filtro emozionale?
O più semplicemente, perché l’arte rimane il più antico mezzo di comunicazione visiva, anche oggi, quando si parla di comunicazione globale fatta sempre più in maniera mediatica e social?
È così bello da sembrare un quadro”, forse è davvero così, la divulgazione visiva è il punto di inizio di una discussione che trova difficile appagamento.
Quante parole si potrebbero spendere in merito su ciò che è finzione e ciò che è invece oggettività e concretezza?

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“Un giorno lui verrà, con sé mi porterà”. Esiste il Principe Azzurro nell’arte contemporanea?

Pubblicato il 07 ottobre 2016 in http://vecchiatoart.blogspot.it

La curiosità ci spinge a vedere oltre, ci fa vedere al di là dello spazio fisico e della mente e sovente accade che ci si trova a seguire la spinta emozionale oltre il visibile.
Nel mondo contemporaneo chi si può definire un buon artista? Quello che mediaticamente raggiunge l’immaginario collettivo o quello che si ritrova a gettare le basi di un nuovo modo di fare arte e lasciare in questo modo un segno del proprio tempo?
Nella società contemporanea mettere in conto visione le proprie opere, partecipare attivamente attraverso social e quindi esporsi, è il primo fra i passi che servono per portare a compimento la concezione del proprio stile e modus operandi artistico.

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Fare e sapere. Sapere e fare. Ciò che conta è il far parlare.

Pubblicato il 30 settembre 2016 in http://vecchiatoart.blogspot.it

Conta più il sapere o il fare?
Già, cosa conta di più? Sapere o fare? Conoscere e approfondire, studiare, indagare e ricercare le cose o essere invece pratici, dediti all’azione, maneggiare i materiali?
Sono entrambi processi creativi a cui dare importanza e respiro, l’uno equivale e si compensa nell’altra: senza il sapere non c’è il fare, senza il fare latita il sapere.
Nell’era dei social network, della globalizzazione totale e diffusione dei pensieri che avviene in un istante dettato da un click o da un touch, la diatriba sapere-fare cozza forse ancora di più.
Difficile trovare il tempo per fermarsi e parlare, tantomeno per leggere o scrivere, forse anche solo per leggere un libro o affrontare concetti e riflessioni.

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Mettere in moto la cre-ATTIVITA’! Concezione e realizzazione di idee nel mondo artistico.

Pubblicato il 27 settembre 2016 http://vecchiatoart.blogspot.it

Quando la creatività si mette in moto si sa come parte, ma non si sa quale sia il risultato finale che porta a concepire la parola fine ad un’opera.
Spesso non si arriva al risultato finale convinti al cento per cento per poi riprendere e ritornare a parlare con un nuovo linguaggio arricchito oppure, al contrario, si dimentica tutto e si lascia il passato e le ricerche fatte per altre future.
Nel passato artisti come Leonardo o Michelangelo hanno continuato a studiare e apportare modifiche ai loro soggetti cercando sempre di trovare nuovi mezzi tecnici ed espressivi.
Nel momento in cui un creativo si mette in gioco non sarà mai soddisfatto del risultato in maniera completa poiché sempre ci sarà un’idea di partenza che non coincide con la parte conclusiva.
Non si tratta di essere volubili nel concepire le idee e dar poi loro forma, anzi, semplicemente ci si trova a dover fare i conti con l’evoluzione del momento quando si dà struttura a quello che si plasma.

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Perché raccontare l’arte. “Dietrologia” di un processo creativo.

Pubblicato il 23 settembre 2016 in http://vecchiatoart.blogspot.it

Perché.
Perché raccontare.
Perché raccontare l’arte.
Potrebbe essere questo il titolo di una lunga discussione sull’arte e sugli artisti, sulle cose da dire e fare, sul sapere e sul creare, sul perché abbiamo così bisogno di spazio e soprattutto tempo per mettere in moto il cervello e gli occhi per riuscire a vedere e godere delle forme che si propongono, una dopo l’altra, curiosi di verificar e di vedere cosa succede poi, quasi come una partita a carte di Memory, per vedere quale figura successiva si accavalla nella testa associandola ad un’altra o alla sua gemella.
La curiosità ci spinge a vedere oltre, guardare nello spazio e nella mente di chi si trova a seguire la spinta emozionale di ciò che si vuole vedere.

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Il tempo passato dell’estate perduta. Creatività a fine stagione

Pubblicato il 20 settembre 2016 in http://vecchiatoart.blogspot.it

La fine di una stagione corrisponde sempre con l’inizio di un nuovo periodo, chissà perché l’avvio di un ciclo stagionale arriva poi a decretare un passaggio epocale tra quello che si è vissuto prima e quello che si vive dopo.
Solitamente, per molti, la fine dell’estate coincide con l’inizio di un anno lavorativo nuovo e, vissuto da molti, in una ciclicità che ben si sposa con la vita degli studenti che vivono ogni volta una fase di cambiamento: si cominciano scuole diverse, si incontrano persone differenti, compagni di classe, insegnanti, materie e si attua una crescita e una ricerca che si spalanca alle novità e ai nuovi propositi.

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