Indagine di un creativo al di sopra di ogni sospetto. Emozionatori: marziani quotidiani.

Pubblicato il 22 novembre 2016  http://vecchiatoart.blogspot.it

A Regina,
per le sue azioni per una Realtà Mutante

Per indagare il nostro io ci sono mille modi e mille mezzi: chi cucina per se stesso e per gli altri, accarezzando il cibo e coccolando il gusto e il palato, chi trova la sua valvola di sfogo nello sport e nella cura del proprio corpo, chi si scatena su una pista da ballo o cantando a squarciagola sotto la doccia o esibendosi in gare, chi invece si dedica alla scrittura e chi, infine, utilizza l’arte con i suoi strumenti e materiali, tutto ciò è un mezzo di espressione emozionale.
Non c’è un freno al paragone e alle situazioni che si possono generare con quello che si ha da dire, il punto è sempre uno: come dare voce ai facili entusiasmi e a quello che si deve affermare?
Sostenere di essere bravi cuochi, atleti, cantanti, scrittori o artisti è diverso dal dimostrarlo, così come è diverso porre l’accento sulle varie tipologie artistiche che sensibilizzano l’animo umano.

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Pubblico. Dunque sono. L’apparenza che inganna…

Pubblicato il 19 novembre in http://vecchiatoart.blogspot.it

Per essere, bisogna apparire” recita un vecchio modo di dire, perché bisogna apparire? Perché bisogna sovraesporsi e mettersi in mostra? Conta davvero così tanto la visibilità?
Nel mondo contemporaneo invaso da social network e tecnologia tutto si fa più facile e le nuove pubblic relation arrivano attraverso scambi multimediali e virtuali che finiscono per far apparire più che essere.
Ogni giorno il primo pensiero diventa la “droga della visibilità”: cliccare con cuori o like i vari post dei social, controllare quante sono le visualizzazioni dell’ultima foto o frase preconfezionata, quanti “mi piace” sono stati messi, verificare cosa dicono, pubblicano, commentano e inseriscono gli altri… diventa un lavoro sociale capire e carpire il “segreto del successo” dell’apparire.

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Forse non tutti sanno che… Regole di cultura e felicità.

Pubblicato il 15 novembre 2016 in http://vecchiatoart.blogspot.it

A Silvia Gorgi,
perché tutti sappiano che la curiosità e lo studio portano lontano…

Un libro scritto con passione, semplicità e competenza è arrivato da poco sugli scaffali delle librerie: “Forse non tutti sanno che a Padova…Curiosità, storie inedite, misteri, aneddoti storici e luoghi sconosciuti della città culla dell’Umanesimo.”, di Silvia Gorgi.
Un libro dedicato a Padova, ai luoghi, alle imprese e alle personalità che hanno vissuto o sono passate per la città come Shakespeare, Galileo, Stendhal, è un viaggio che l’autrice conduce tra le pagine alla scoperta di una città ricca di fascino e di cultura.

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Fai cultura? Fai arte? Tutti ti vogliono!…quando sei a terra, quando sei in cima.

Pubblicato l’11 novembre 2016 in http://vecchiatoart.blogspot.it

 “Se sognare un po’ è pericoloso, il rimedio non è sognare di meno ma sognare di più, sognare tutto il tempo”
(Marcel Proust)

Strano posto il mondo dell’arte, strano davvero se si pensa ad un luogo fatto di persone dove creatività ed emozioni sono le padrone di case e i suoi ospiti artisti e creativi.
Ancora più strano se si pensa come in un Paese, che ha dato i natali a grandi geni della cultura, oggi si riesca a vivere di questo passato ma non a gettare nuove basi per un futuro e, piano piano, questo modo di pensare si stia sgretolando sotto i nostri occhi tra incuria e compravendita.
L’investimento culturale di cui si decanta il primato a livello mondiale in realtà non avviene, forse davvero non interessa a nessuno.
Chi nasce creativo muore sotto il peso di un affaticamento di rivalsa e di riconoscimento a livello personale prima e di pubblico poi. Quante volte alla domanda “che lavoro fai?” un creativo risponde, a seconda del suo indirizzo, “faccio lo scrittore, l’artista, il musicista, il ballerino…” e di rimando si sente rispondere “ah bello…ma di lavoro invece che fai?”?

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VERA. Ogni donna è vera, come vera è la sua storia

“…e come tutte le più belle cose
vivesti solo un giorno come le rose.”
(La canzone di Marinella – Fabrizio de Andrè)

Perché un essere umano arriva ad infierire su un altro suo simile solo perché presumibilmente debole e privo di difesa? Perché i sentimenti cambiano e dall’amore si passa all’odio? Che cosa spinge un uomo ad usare violenza verso una creatura più fragile, spesso verso una donna?
Ogni giorno i media si riempiono di violenza perpetrata verso chi non trova rispetto, amore e protezione e non si contano gli episodi di femminicidio, di violenza carnale e psicologica ai danni delle donne.
La violenza dilaga, dal singolo, al gruppo che schernisce e sporca la purezza dell’anima più debole, un corpo che cade sotto i colpi di chi usurpa e lo viola facendolo sentire un oggetto, una “cosa” su cui scaricare rabbia e paure, un corpo che si trova abusato e usato, un’anima ferita, divisa in due, tra ciò che segna il mondo prima della violenza e il dopo, mentre il tempo scorre e continua.

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L’esecuzione dell’invisibile nel segno di Tibor Szemenyey-Nagy

La creazione di un’opera da parte di un artista si concentra in ogni suo passo attraverso una fase emozionale che si esplica poi nella visione finale posta agli occhi dello spettatore.
La creazione è fantasia, è rapporto interiorizzato che trova nei materiali e nelle materie la sua univoca manifestazione, l’oggetto scultoreo diventa un tocco, un segno che si blocca e che si crea, si plasma fino ad essere tangibile e palpabile.
La creazione è quindi la base della scultura e della produzione dell’artista ungherese Tibor Szemenyey-Nagy, è la viva presenza di una sacralità che sfocia nel mondo mistico in cui la vibrazione dei sentimenti e dell’anima arrivano ad un colloquio interiorizzato con il fruitore.

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Povero artista…Sogni o concretezza? Cosa serve a chi crea Arte?

Pubblicato il 04 novembre 2016 in http://vecchiatoart.blogspot.it

Se il sogno muore, che ne sarà del sognatore?
E se muore il sognatore, che ne sarà del sogno?”
(Arthur B. Chandler)

Un artista non muore mai povero.
Non tutto si monetizza e concretizza con il successo commerciale e con la pecunia che arriva a predisporre una sicurezza economica che permette nuove realizzazioni e investimenti.
Non è tutto oro quello che luccica, ma non è nemmeno vero che tutto quello che si produce poi si trasforma in oro.
Legati ad una concezione post romantica dell’artista bohemienne, solo, povero e senza futuro, si arriva a elaborare la visione di un artista scordato dai suoi contemporanei e riscoperto poi solo dopo la morte. Spesso non è così, spesso capita invece il contrario: artisti famosi in vita che si inebriano di oblio solo successivamente.
Quanti ricordano i nomi di artisti accademici e riconosciuti tra premi, esposizioni e committenze private e pubbliche che poi, passato il periodo storico, sono finiti tra le pagine della storia dell’arte?
È necessario vivere e fare arte da vivi o ricordare ciò che si è stati anche dopo la conclusione della vita terrena?

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La critica di se stessi è come un buon piatto di lasagne: si cucina ad arte.

Pubblicato il 01 novembre 2016 in http://vecchiatoart.blogspot.it

Non capita spesso di imbattersi in opere d’arte che cambiano il percorso della vita che, oltre a restituire fascino e bellezza emotiva, si investono di una pura visione emotiva.
Capita sovente di ritrovarsi invece davanti a opere incomprensibili al pubblico o dal sapore del già visto e sentito, senza nessun sforzo mentale né emozionale, puramente costruzioni per un mercato d’arte che, a tratti, risulta saturo e svuotato.
La genialità non serve se non è accompagnata da una ricerca e da un confronto, poco vale la pretesa di chi si sente superiore alla media e, per non contaminare il suo sconfinato ego, ripudia e disprezza il lavoro altrui, forse temendo una comparazione?
Molti creativi pretendono di essere in cima alla lista delle priorità e della visibilità, arrivando a non cercare di rapportarsi con nessuno, sia che si parli di altri creativi del passato storicizzato sia di contemporanei.

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Creativi #aggratis! Il precariato di Pablo Picasso

Pubblicato il 25 ottobre 2016 in http://vecchiatoart.blogspot.it

Essere creativi in Italia è sempre più difficile a quanto pare, non ci si mette solo la globalizzazione che brucia i tempi d’attesa quando si ha bisogno di collocare in cantiere un’idea o un’opera che possa arrivare al pubblico, ma oltretutto la crisi economica che, in maniera poco intelligente, al posto di incentivare le menti per uscire da un periodo buio accentua la non crescita e i tagli alla cultura.
Una soluzione che fa intravedere poca propensione ad investire nelle teste e a considerare la cultura e le arti qualcosa di superfluo, quasi un hobby a cui dedicare del tempo, tempo che appare sempre più risicato e poco prezioso secondo alcuni poiché chi si “permette” di voler vivere attraverso un lavoro emozionale e mentale è considerato un non-lavoratore e un non-produttivo per la società.
Niente di più sbagliato! È ai creativi, agli artisti, alla cultura stessa e alla ricerca che si deve puntare per trovare una soluzione e investire quindi in coloro che possono operare in più settori per avvicinarsi ad un buon esito e risultato.

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Chi è un artista? Professionista contro improvvisatore.

 

Pubblicato il 21 ottobre 2016 in http://vecchiatoart.blogspot.it

Utilizzare i materiali, i supporti, sapere usare le tecniche più varie e assemblare forme e colori non fa di una persona dotata di ingegno e creatività un artista.
Chi è un artista? Uno che è capace di emozionare e si avvale di capacità tecniche? Non solo.
Non basta conoscere e applicare la materia per “saper far arte”, per produrre idee e “colpi di genio”, per definire un lavoro artistico si ricerca qualcosa che non è solo così vicino al sentire comune, ma che arriva ad avere un riconoscimento quasi univoco e universale che si definisce “opera d’arte”.
Spesso gli artisti inscenano i disagi e il sentire del mondo in cui vivono, dove la visione si fa a tratti ironica, amara, di denuncia sociale o politica, di mimesi e raffronto alla realtà, lasciandosi alle spalle il passato o proiettando scenari futuri.

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