Sta scrivendo… Quando si attende la risposta del (com)mittente

Pubblicato l’11 aprile 2017 in http://vecchiatoart.blogspot.it

Capita anche a voi di mandare un messaggio su whatsapp e di attendere la risposta della persona che, online, lo legge (quindi doppia spunta blu) e poi si resta in attesa che il nostro interlocutore dia seguito alla conversazione?
Ad esempio, scrivo un sms per chiedere il parere ad un determinato pensiero se condiviso o meno: “Ciao, dopo aver letto quello che ho scritto, che ne pensi?
L’attesa che segue, le parole che si aspettano e quelle che si devono dire, lo scritto che si aspetta e sullo schermo compare l’operazione di scrittura del ricevente “Sta scrivendo…”

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Se tu hai una mela… La condivisione della creatività e delle idee per diffondere l’arte

Pubblicato il 04 aprile 2017 in http://vecchiatoart.blogspot.it

Se tu hai una mela, e io ho una mela, e ce le scambiamo, allora tu ed io abbiamo sempre una mela per uno.
Ma se tu hai un’idea, ed io ho un’idea, e ce le scambiamo, allora abbiamo entrambi due idee
(George Bernard Shaw)

La creatività ha bisogno sempre di nuovi stimoli e di nuove fonti alle quali ispirarsi e rivolgersi, nuovi percorsi e situazioni arrivano sempre a decretare l’inizio di un viaggio mentale ed emozionale che si tramuta poi nell’opera d’arte.
Come si sviluppa la creatività? Come si investe nella fantasia? Non c’è un metodo per poter accrescere le idee, non tutto arriva semplicemente accomodandosi e aspettando, non ci sono sprazzi geniali e improvvisi che folgorano la via e poi squarciano le menti.

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Art & Pop. Un selfie per Andy Warhol. Trent’anni di notorietà dai “15 minuti” di fama, all’eredità contemporanea dei social network.

Un artista è una persona che produce cose di cui la gente non ha bisogno,
ma che lui,
per qualche ragione,
pensa sia buona idea dar loro
(Andy Warhol)

Trent’anni dalla morte di Andy Warhol, tre decenni di storia e di arte che si sono susseguiti tra mutazioni sociali e cambiamenti epocali.
Ha ancora un significato parlare di “movimenti artistici” e di “arte”, di “artisti” in una società dove la parte del leone è assegnata alla visibilità mediatica più che alla competenza professionale?
Qual è il ruolo assunto oggi dall’arte contemporanea?

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“L’arte fa schifo! Il sapere è inutile!” Pensiero sulla cultura, una vecchia conoscenza maltratta e ignorata.

Pubblicato il 31 marzo 2017 in http://vecchiatoart.blogspot.it

La cultura è l’unico bene dell’umanità che, diviso fra tutti, anziché diminuire diventa più grande
(Hans Georg Gadamer)

L’Italia è un paese di vecchi o per vecchi? Perché si investe solo sul passato e mai sull’attuale contemporaneo? Il presente diventerà passato prima o poi e quindi si dovrà aspettare che il tempo scorra prima di dover vedere attuato un piano di crescita culturale?
Il passato, la storia, sono importanti, sono fondamentali per riuscire a capire un popolo, con il quale si deve fare continuamente i conti e, a volte, ci si porta il peso di quello che è stato.
Anche il passato però non è sempre trattato bene, la cultura stessa non se la passa proprio alla grande visto che siti archeologici giacciono con incuria e abbandono, antichi edifici, sculture e pitture latitano in fondo al dimenticatoio di qualche caveau o persi nelle collezioni private di qualche privato che, forse, se la passano meglio!

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Il sapore della ciliegia. Il piacere di assaporare cose belle

Pubblicato il 28 marzo 2017 in http://vecchiatoart.blogspot.it

Cambia idea.
Non hai mai guardato il sole al mattino?
Hai visto la luna? Non vuoi più vedere le stelle né l’acqua di sorgente?
Vuoi privarti del sapore della ciliegia?
(“Il sapore della ciliegia” – film di Abbas Kiarostami, 1997)

Che cosa emoziona uno spettatore? Cosa fa scattare in noi l’idea di bello e di piacevole? Quali sono le idee che scaturiscono nel piacere?
La visione, i sensi, il bello e il brutto soggettivo e oggettivo, tutto contribuisce a far si che ciò che piace arrivi dritto al cervello passando per il cuore e agendo spesso d’istinto.
Ad esempio, un cesto di ciliegie porta alla mente di chi scrive un ricordo sopito di bambino curioso che, insieme al nonno, era solito raccogliere questi rossi e dolci frutti dalla pianta del giardino di casa, il loro colore rosso, la lucentezza, la dolcezza al palato, sono diventati col tempo l’idea di una petite Madeleine proustiana che fa riemergere, uno dopo l’altro, ricordi e piaceri.

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La passione che tutto (s)muove. Il proprio credo da esprimere

Pubblicato il 24 marzo 2017 in http://vecchiatoart.blogspot.it

Ogni passione porta sempre con sé la voglia di analisi, di curiosità e, soprattutto, la necessità di poter esprimere ciò che si sente, indifferentemente se ci sia il plauso o meno del pubblico.
Quello che interessa davvero è continuare a discapito di tutto e tutti, si, continuare a parlare serve poco, conta invece coltivare le proprie passioni, il proprio credo.
Nessuna aspettativa, nessuna ricerca di approvazione, nessuna certezza se le cose che si compiono siano quelle più giuste da intraprendere, ciò che più arriva al cuore è la pura convinzione che senza passione non si realizzano né sogni né certezze.

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L’arte è una questione di pelle, epidermide di emozioni

Pubblicato il 21 marzo 2017 in http://vecchiatoart.blogspot.it

La cosa più profonda di un uomo è la pelle
(Paul Valery)

Una sensazione. Quando qualcosa si insinua e piace o, al contrario, si allontana invece dai nostri piaceri la prima ad assaporarne l’impatto è la pelle, come? Con un brivido o una percezione di calore diffuso che si pone tra l’esterno e l’emozionalità del vissuto, il nostro corpo.
L’arte è così, come la pelle, dà i brividi, è il limite tra esterno ed esternalizzazione, l’arte è la pelle su cui si indagano le sensazioni, la critica di sé, la storia, dove si gettano le basi future senza scordare di guardare indietro.
L’arte è il confine, la pelle è il confine.

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Confronti e non conferme. L’importanza di essere onesti (con se stessi)

Pubblicato il 17 marzo 2017 in http://vecchiatoart.blogspot.it

Una ricerca abbastanza lunga tenderà a confermare ogni teoria”
(Arthur Bloch)

Si parla sempre, per mezzo dei canali di diffusione come giornali e web, di opere d’arte rivolte al pubblico, di artisti che “colloquiano con gli spazi”, si cerca sempre in qualsiasi modo il consenso dello spettatore e si resta vigili e attenti nei confronti del giudizio dell’osservatore.
Tutto ruota attorno alle conferme che arrivano dall’esterno, in special modo quando un artista espone i suoi lavori, lavori fatti di ricerca, idee, creatività, ma nessun colpo di genio o botta di fortuna contraddistingue la buona riuscita di un’opera d’arte, solo pazienza, lavoro e confronto.

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Let’s go party! Che premi e fiere comincino! Il potere del potere dell’illusione

Pubblicato il 14 marzo 2016 in http://vecchiatoart.blogspot.it

Ogni anno nascono e prendono vita in campo culturale e artistico sempre nuovi premi, nuovi saloni, fiere, congressi, biennali, nuovi spazi espositivi e sempre più si tende a porre l’attenzione alle novità e al mettere in mostra capacità artistiche e curatoriali condite da idee e pensieri.
Spesso questo proliferare di premi e di nuove realtà non porta molto altro a quello che già circola nel settore creativo e artistico, a volte si ha il sentore che siano solo momenti dove si dà sfogo a sedicenti finanziamenti ricevuti o a plasmare nuove premiazioni che poi spariranno nell’arco di poco tempo, spesso coincidenti con la fine del suddetto finanziamento.

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Ma chi ti conosce? Fame di fama: artisti sconosciuti alla ricerca della notorietà

Pubblicato il 10 marzo 2017 in http://vecchiatoart.blogspot.it

Un vincente trova sempre una strada, un perdente trova sempre una scusa”
(Lao Tzu)

Chi urla e sgomita è davvero l’uomo che si impone ed emerge?
In questo mondo fatto di visibilità e dominio social è davvero essenziale arrivare sempre e solo per primi?
Sicuri che la prevaricazione è la sola e unica arma per arrivare tra i primi posti?
Si sente sempre più spesso parlare di “qualità”, “eccellenza”, “numeri uno” in ogni ambito con la consapevolezza e convinzione che bisogna essere i primi della classe, ma spesso queste parole si associano solo a vuoti d’aria senza avere la consistenza e le capacità per essere davvero persone e prodotti di “qualità”, “eccellenza” e “numeri uno”.

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