Alberto Garutti. Il mio colore è il vostro

 

Alberto Garutti
Alberto Garutti

La mostra personale dell’artista Alberto Garutti, uno dei maggiori esponenti dell’arte pubblica italiana curata da Massimiliano Sabbion, presso la Galleria Rossovermiglio a Padova.
L’esposizione raccoglierà un selezione di opere raccolte nel tempo e alcune prestate da prestigiosi collezionisti privati, realizzate dall’artista a partire dalla fine degli anni Settanta e fino ai primi anni Duemila, ponendo particolare attenzione al percorso artistico che ha portato alla realizzazione dei celebri orizzonti.
La creazione di un’opera da parte di Alberto Garutti si concentra in ogni suo passo attraverso una fase emozionale che si manifesta poi nella visione finale posta agli occhi di chi guarda.
La creazione è fantasia, è rapporto interiorizzato che trova nei materiali e nelle materie la sua univoca manifestazione, l’oggetto scultoreo diventa un tocco, un segno che si blocca e che si crea, si plasma fino ad essere tangibile e palpabile.
La creazione è quindi la base della produzione dell’artista, è la viva presenza di una sacralità che sfocia nel mondo mistico in cui la vibrazione dei sentimenti e dell’anima arriva ad un colloquio interiorizzato con il fruitore.

Testo in formato PDF

Il mio colore è il vostro…”, a cura di Massimiliano Sabbion
mostra personale di Alberto Garutti alla Galleria Rossovermiglio
La mostra sarà visitabile dal 7 ottobre al 2 dicembre 2017, dal martedì al sabato con orario 16-19
Ingresso libero

Rossovermiglio
via Palestro, 4 – Padova
www.rossovermiglio.com

Alberto Garutti
Alberto Garutti

Terra! Terra! Terra! Il proprio territorio base del futuro passato

La rivalutazione del proprio territorio parte dalla riscoperta e dalla cultura, è un dato oggettivo che porta alla considerazione di come un popolo possa farsi forte del proprio passato aumentando di valore la propria personale storia per un futuro sempre attivo.
Capita di sovente che si finisca l’errore di dimenticare “chi siamo” o, al contrario, di esaltare troppo la propria gloriosa storia arrivando a compiere in entrambi i casi errori irreparabili.
Concentrati solo sulla salvaguardia di monumenti, edifici e memoria si arriva a porre attenzione solo su ciò che ha reso importante e fondamentale il luogo valorizzato arrivando in qualche modo a spaventare ed allontanare qualsiasi forma di cultura contemporanea perché non consona al contesto.

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ASSOLUTAMENTE IMPERDIBILE! Cose (mai) viste nell’arte tra mancate visioni ed eventi unici

Ma come? Non ci sei stato? Non l’hai vista? Devi ASSOLUTAMENTE andare, è IMPERDIBILE!”, quante volte la conversazione è cominciata in questi termini quando si parla di arte, della mostra del momento o dell’ultima esposizione internazionale?
ASSOLUTAMENTE IMPERDIBLE! Già, difficile trovare il tempo per tutto e tutti, arduo il momento in cui può nascere un confronto tra le parti, tra chi è stato partecipe dell’evento e chi no.
Come si fa a scegliere di spendere il proprio tempo e discernere quello che vale la pena di vedere e quello che è da considerare solo “la moda del momento”?
Non so. Ogni volta si trova sempre qualcuno disposto a far vedere che lui ne ha vista (di mostra) una più del diavolo, tu no.

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Effetto “wow”! Quando l’arte si fa curiosa e mai sazia

Pubblicato il http://vecchiatoart.blogspot.it

Il potere della creatività passa spesso da situazioni, idee, momenti di vissuto che si riversano poi nelle opere create dall’artista, si tratta di emozioni che prendono forma e, poi, se le stesse declinano in altre prospettive, il tutto é affidato all’uomo che decodifica questo suo vissuto sotto forma di opere di denuncia, di ironia, di segno quotidiano.
La rosa delle emozioni é così sempre espressa in ogni sua forma, ma volte rischia di apparire a volte ripetitiva e con il sapore del “già visto e già vissuto”, é possibile quindi ricadere nell’errore come é, per l’appunto, possibile ricadere nell’opera stantia e dal vecchio sapore.
Proprio perché spesso ci si aspetta di trovare l’effetto del nuovo, del “wow” emozionale quando si visitano rassegne di cultura e di arte quali biennali o manifestazioni che se disillusi se ne esce con l’amaro in bocca…

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Musica e arte: la composizione emozionale quotidiana.

Pubblicato il 28 luglio 2017 in http://vecchiatoart.blogspot.it

Di quanti minuti si compone lo spazio di un brano musicale? Dai due a i cinque minuti forse? Quanto dura l’ascolto? Pochi istanti che si fissano nella memoria?
Ecco, forse si, in un breve lasso di tempo si concentrano le combinazioni delle sette noti musicali che si abbinano e associano alla voce di un interprete che, con le parole, dà vita alla melodia sotto forma di canzone.
La musica, il canto, il pezzo giusto per il tempo giusto, arrivano nel momento in cui il nostro bisogno si fa sentire, quando si ha necessità di corollare una situazione con un sottofondo di accompagnamento.

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Amare ad arte. Innamorarsi è un “perché” pieno di pericoli.

Pubblicato il 25 luglio 2017 in http://vecchiatoart.blogspot.it

“Il verbo amare è uno dei più difficili da coniugare:
il suo passato non è semplice, il suo presente non è indicativo e il suo futuro non è che un condizionale.”
(Jean Cocteau)

L’arte è davvero così importante? Quanto conta investire tempo e denaro nella cultura? Perché ne abbiamo bisogno?
L’arte, le immagini, la bellezza della cultura, la lettura di un libro, l’ascolto di un pezzo musicale sono intuitili e superflue, ma allo stesso tempo essenziali.
Ci si deve prima di tutto innamorare dell’arte per riuscire a capirla ed apprezzarla, ma come si fa ad innamorarsi? C’è forse un manuale di istruzioni sull’amore? Certo, ce ne sono molti su come dimenticare un amore, su come guarire le ferite, su come superare le fasi emozionali acute della vita e ricominciare, ma nessun testo, libro o tutorial su youtube che “insegni” come ci innamori.

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L’investimento in arte. Comprare o ammirare?

Pubblicato il 21 luglio in http://vecchiatoart.blogspot.it

a Marta e Lidia,
per l’amore e la passione che le contraddistingue per amare l’arte

Investire in arte non significa necessariamente spendere a livello economico, non si tratta solo di capitale, di denaro che circola e di prezzi di mercato che fanno aumentare o meno un’opera d’arte.
L’investimento artistico sta, prima di tutto, nella scelta delle emozioni che si decide di seguire, bisogna distinguere quindi chi fa del collezionismo a meri fini fiscali e chi invece segue l’arte in quanto passione.
Sono entrambe categorie di collezionisti che coesistono nel mondo artistico ed è giusto e corretto che sia così: ci si veste, ad esempio, per necessità, per gusto, per protezione, per esibizione, per desiderio di avere sempre qualcosa di nuovo, per apparire e così capita per chi colleziona arte.
Tutto parte però da un’unica base, l’innamoramento dell’arte.

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Ready made e i piatti di pasta all’olio. Il superamento di chi sa cambiare!

Pubblicato il 18 luglio 2017 in http://vecchiatoart.blogspot.it

L’affermazione che una persona creativa dà di sé e del suo lavoro può condurre al pensiero di ciò che la sua peculiarità operativa conduce a fare: io sono un artista.
Sì, colui che produce opere d’arte é un artista, un emozionale personaggio che si fa portavoce di sentimenti, idee e pensieri a favore di altri che non riuscendo ad esprimerli trovano nel veicolo artistico il prodotto di quanto percepito, ma non plasmato, a questo ci pensa, appunto l’artista.
Ma chi é l’artista? Quale definizione migliore lo identifica?

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Realtà e astrattismo. Arte: il superfluo di cui non possiamo fare a meno.

Pubblicato il 14 luglio 2017 in http://vecchiatoart.blogspot.it

Lo scienziato non porta niente di nuovo. Inventa soltanto ciò che serve.
L’artista scopre ciò che non serve. Porta il nuovo
(Karl Kraus)

Perché siamo così legati alla realtà? Il mondo reale ci dà sicurezza, appiglio nel caos quotidiano, rifugio dalle mille cose che invadono cuore e mente e si finisce per ricorre in questo modo alla certezza di un’immagine che riproduce il vero, il mondo circostante.
Spesso davanti ad una riproduzione scultorea o pittorica si sente esclamare “È così bella che sembra vera, viva!”, “Quel quadro pare una fotografia”, “Si ha la sensazione che parli, che si muova”.
La riconoscibilità di qualcosa che sia vivo, reale, porta a dare allo spettatore un confronto con la sua quotidianità, con elementi che gli sono congeniali e si arriva a decodificare e confrontare il tutto con l’esperienza personale.

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Passione: tormento ed estasi.

Pubblicato il 11 luglio 2017 in http://vecchiatoart.blogspot.it

Ci vuole passione per riuscire ad arrivare fino alla fine di un percorso, costanza, impegno e fatica saranno ottime compagne, ma prima di tutto la passione.
La passione, causa scatenante che mette in moto la creatività, che aguzza l’ingegno, che crea contatti, che fa spostare le persone, che si arricchisce con la visita di nuovi luoghi, tutto si muove se a partecipare arriva il perseguimento di un risultato che ci si è prefisso.
La passione è, per citare un film del 1965 sulla vita di Michelangelo Buonarroti, “Il tormento e l’estasi” di ogni artista, in cui si accompagna spesso ad una furia creativa che sfocia nella rabbia interiore, dove la creazione è spesso una tortura: andrà bene? Potevo fare di più? Cosa penserà il pubblico? È quello che davvero volevo esprimere? È il percorso visivo che volevo ottenere?

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