Pubblicato il 20 ottobre 2011
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Mostra LINGUAGGI D’ITALIA
22 ottobre – 20 novembre 2011
Galleria Sottopasso della Stua, Largo Europa. Padova
Sei artisti e sei modi di esprimere per un unico linguaggio collettivo: l’elaborazione del Risorgimento come momento nato per definire la nascita di una nazione, l’Italia.
Forza comune nell’intento della mostra a cura di Massimiliano Sabbion “Linguaggi d’Italia” è presentare, in concomitanza con i festeggiamenti dei 150 anni dell’Unità d’Italia, la concezione del Risorgimento visto come un avvenimento storico che riunì in un solo nuovo stato il Regno d’Italia e gli stati preunitari.
Cos’è rimasto di questo periodo nel mondo contemporaneo? Quale il lascito del passato del concetto di “italianità”?
Sotto il simbolismo del tricolore si sono riuniti a Padova alla Galleria Sottopasso della Stua dal 22 ottobre al 20 Novembre sei artisti: Renata Berti, Armando Bertollo, Giorgio Fiorenzato, Sonia Strukul, Angelo Urbani e Sergio Zanone.
Sei personalità dai percorsi disparati e diversi accomunati da una riflessione sul significato di patria, di appartenenza ad uno stato e ad una bandiera in un’Italia scossa da “ribaltoni”, crisi istituzionali ed economiche, in cui anche oggi come allora si combattono ogni giorno battaglie per tenere unito un paese che non ha ancora superato diverse barriere sia linguistiche che di pensiero, per il futuro e per le generazioni che vivono in una nazione relativamente “giovane” con appena 150 anni d’età…
L’idea di Risorgimento si raccolse attorno al concetto di una risurrezione e ad un riappropriarsi delle proprie consapevolezze, delle proprie idee riuniti in un’unica terra, sotto una sola bandiera. Questo avvenne attraverso la presa di coscienza di un’identità unitaria e di lotta per l’indipendenza: una riflessione sulla nazionalità italiana che passa ora attraverso le arti.
Scopo della mostra è il recupero di questo linguaggio comune senza intenti di parte o di fini politici ma esclusivamente una conferma di legame ad una nazione, ad uno stato senza proclami di mediazione intellettuale o politica.
Gli artisti qui riuniti parlano attraverso le loro opere al “popolo”, richiamandolo ad una considerazione sulla storia d’Italia e ad aderire, come in passato, agli ideali di unità e aggregazione.
Le espressioni proposte si decodificano in linguaggi differenti presenti in mostra come la pittura, le installazioni, la scultura, la poesia, le parole e i video che diventano i mezzi con i quali la divulgazione è ben presente nella storia che si scrive.
Le arti si combinano e uniscono nella città patavina e diventano lo specchio di una penisola che è composta da abitanti differenti per storia, per lingue parlate, per tradizioni ed usanze religiose.
Già Goffredo Mameli scriveva nel Canto degli Italiani:
« Noi siamo da secoli
Calpesti, derisi
Perché non siam Popolo
Perché siam divisi »
I mondi e i pensieri invece si possono conciliare arrivando ad affrancarsi in punti diversi affinché “tutto cambi”.