Pubblicato l’8 marzo 2015 in http://vecchiatoart.blogspot.it

Pensando alla storia dell’arte la figura del pittore o scultore intento a realizzare un’opera si lega alla memoria di un artista maschio, ma quante sono le donne nell’arte? Quali sono?
Presenze che ritornano nelle opere come soggetti o modelle, mogli o amanti, compagne o ispiratrici come Gala per Salvador Dalì o le tanto amate donne picassiane ma dove sono le donne artiste?
Nel passato non sono mai esistite botteghe che hanno permesso lo sviluppo artistico della donna che fu sempre relegata ad arti minori quali tessitura, miniatura e ricamo.
In questo breve spazio a disposizione vogliamo ricordare i nomi delle donne che hanno fatto la storia dell’arte, mettendosi dall’atra parte della cattedra, non come muse ma come fautrici dell’arte stessa.
Solo dopo il Cinquecento fanno la comparsa alcune donne che si dedicano alla pittura come ad esempio Marietta Robusti, figlia del veneziano Tintoretto, e ancora, la cremonese Sofonisba Anguissola e la miniaturista fiamminga Levina Teerline.
Significativo il caso di Artemisia Gentileschi che rappresenta non solo la difficoltà di una donna artista ma anche la condizione vissuta allora sia come artista che come sesso debole, come spesso purtroppo accade anche oggigiorno, vittima di una giustizia maschilista e umiliante a causa di un processo per violenza carnale subito da un amico del padre la sua produzione ne ha risentito fortemente.
Altra figlia d’arte, Barbara Longhi, ritrattista affermata come il padre Luca ed Elisabetta Sirani, giovane bolognese a capo di una scuola pittorica femminile.
Nel Seicento con la diffusione della “natura morta” si affacciano i nomi di alcune pittrici olandesi quali Clara Peeters, Maria Van Oosterwijck e Rachel Ruysch e l’illustratrice botanica Maria Sibylla Merian.
In Italia è una donna, la milanese Fede Galizia, a realizzare nel 1602 la prima natura morta italiana.

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La veneziana Rosalba Carriera è ricordata nel Settecento per i suoi splendidi ritratti a pastello che le apriranno le porte delle più importanti corte europee.
Tra il Settecento e l’Ottocento: la svizzera Angelica Kaufmann, con i suoi scandalosi nudi maschili ritratti dal vero e la francese Marie-Guillemine Benoist allieva di David.
Durante il periodo dell’Impressionismo troviamo donne che attraversano il periodo storico: Mary Cassat, Camille Claudel, Berthe Morisot, modella di Monet, Renoir e Rodin responsabile della prima collettiva al femminile con il Salon des Femmes, Suzanne Valadon, modella e amante di Toulouse-Lautrec e madre di un figlio illegittimo, il futuro pittore Maurice Utrillo ed Eva Gonzales.
Il Novecento, tra avanguardie storiche e nuove scoperte vedono piano piano le donne prendere posizione ed apparire sempre più prepotentemente nella scena artistica, non solo come compagne o muse, citiamo: Leonora Carrington, Marie Laurencin, Gabriele Munter, Frida Kahlo, Jeanne Hébuterne.
In Russia si fanno i nomi di Alexandra Exter, Nataljia Goncarova, Varvara Stepanova e Liubov Popova.
Nel Novecento nuovi settori come la moda vedono lo sviluppo di artiste come Coco Chanel, Sonia Delaunay la fotografa friulana Tina Modotti e con le opere Tamara de Lempicka che rappresenta donne forti, moderne ed emancipate viene messa in scena la donna contemporanea.

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La strada alla consapevolezza delle donne artiste è ormai aperta e si susseguono i nomi di scultrici come Louise Bourgeois, Niki de Saint Phalle e Beverly Pepper; pittrici da vari paesi che abbattono cosi i confini internazionali come Sophie Calle, Georgia O’Keefe; fotografe che fissano le loro perfomance Candida Höfer, Nan Goldin e ancora artiste che usano il corpo e la femminilità come Orlan, Marina Abramovic, Gina Pane, Cindy Sherman, Pipilotti Rist e Vanessa Becroft; per arrivare ad artiste a tutto tondo tra arte, musica e cinema consapevoli del loro ruolo nel mondo artistico e di donne, tra i nomi ricordiamo Barbara Kruger, Sarah Lucas, Mariko Mori, Shirin Neshat e Yoko Ono.
Fino a ricordare oggi la performance-denuncia di Kubra Khademi, artista venticinquenne afghana, attravero la sua passeggiata vestita da un’armatura che la protegge dalle molestie sessuali che le donne subiscono quotidianamente.
«Vorrei che gli uomini capissero che in quanto donna non sono un semplice oggetto sessuale – spiega Kubra Khademima sono una persona indipendente che può dire ciò che vuole».
Donne ispiratrici, donne compagne e amanti,donne artiste, donne vive e presenti nella quotidianità e genitrici e portatrici di vita, complicate, amate, odiate, sensibili e decantate, celebrate e torturate, nascoste o svelate.
Eva non è più costola di Adamo, Eva è stata ed è consapevole della sua forza e sensibilità, nell’arte e nella vita.
Auguri a tutte le artiste, a tutte le donne…e alle galleriste!

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