Pubblicato il 3 luglio 2015 in https://vecchiatoart.blogspot.com
L’estate, il calore, l’afa che traspare nell’aria, i corpi che si denudano ed espongono al sole, la voglia di liberarsi dei vestiti ed essere più leggeri e liberi porta alla (di)scoperta di un sopito eros che pervade i mesi più caldi dell’anno, è innegabile che “se la lingua batte dove il dente duole” “l’occhio cada dove (non ) si vuole“.
Hot il tempo, hot le situazioni che si creano, hot i percorsi che si palesano e i messaggi che sono lanciati, hot i risultati che si avvinghiano nelle menti: un caldo stuzzicare che dà vita, per mezzo dalla vista e dei sensi, ad un percorso tra arte ed erotismo.
Dal simbolo dell’arte erotica contemporanea con il quadro di Gustave Courbet, L’origne del mondo, in cui viene spiattellato in faccia allo spettatore il primo piano del sesso femminile, agli amplessi documentati e filmati di Jeff Koons e Terry Richardson, l’arte dell’ultimo secolo scopre il corpo umano non solo come oggetto di bellezza estrema o mezzo scientifico e di studio ma come complesso veicolo annesso al piacere voyeuristico della visione: si svelano cose al pubblico in cui la sfera dell’intimo e del privato decade a favore di una totale e disinibita presa di posizione del collettivo che, in questo modo, vede, sente, prova, assaggia le stesse sensazioni ma in maniera globale, alla portata di tutti…
Negli ultimi anni con l’era digitale, l’arte, l’erotismo e la pornografia passano attraverso il mondo di internet con YouPorn e siti affini dove l’immaginazione ha poco spazio e in pochi minuti tutto si consuma a favore del pubblico.
Partendo dalle visioni scomposte delle donne di Toulouse Lautrec con la loro sfacciata sensualità per arrivare alle figure di Edgar Degas, si descrive la femminilità tutt’altro che patinata e ricercata ma “colta nell’attimo” in cui le figure modellano e definiscono la materia dei corpi che prendono forma in pose e torsioni fatte di osservazione e scoperta: il corpo finisce per essere raccontato nell’intimità maliziosa di una toletta compiuta da sensuali “gatte che si lavano”.
Si passa negli anni successivi alla rappresentazione di amplessi e orgasmi nei dipinti e nei disegni erotici ed espliciti di Gustav Klimt ed Egon Schiele.
Scomporre il mondo per poterlo ricostruire come un puzzle attraverso un unico spazio è il pensiero che si rifugge nelle figure di Pablo Picasso e nel Cubismo dove, nel 1907, un gruppo di prostitute rappresentate ne Les demoiselles d’Avignon, cambieranno irrimediabilmente la storia dell’arte…
Freudiani significati di sesso si nascondono in “vagine dentate” e nelle opere di Max Ernest, Marcel Duchamp, René Magritte e Salvador Dalì nei loro surreali esempi di carni macerate da sogni dove il piacere stesso è riconducibile in opere come Il grande masturbatore o La vestizione della sposa.
Tra gli uomini che dettano la “legge del desiderio”, si affacciano le donne come Frida Kahlo che espone alla curiosità e al piacere un corpo martoriato o come Tamara de Lempicka con le sue dormeuse che si avvolgono in carni e lembi di lenzuola sfatte su cui si sono consumati amplessi erotici e giochi di piacere.
Esibito, martoriato, esposto, toccato, consumato, il corpo e la sua carica erotica diventano il soggetto “profano” preferito degli artisti che abbandonano il “sacro” a favore dello stupore e dello scandalo.
Nulla si nasconde, tutto è messo in atto dalla metà del Novecento in poi: si pensi all’immagine dai sapori imposti dalla Pop Art che svela nudità acerbe di un’icona di un secolo come Marilyn Monroe ad uso e consumo dei maschi dell’epoca, tanto importante da divenire un’opera d’arte riproducibile e riprodotta dal genio di Andy Wharhol.
E ancora, corpo ed erotismo sono un binomio che si ritrova nelle performance di artisti della body art: Marina Abramovic, Vito Acconci, Matthew Barney, Gilbert & George, Yves Klein, Paul McCharty, Bruce Nauman, Hermann Nitsch, Luigi Ontani, Orlan, Gina Pane, Cindy Sherman.
Un sottomondo fatto di pin up continua nelle figure dai tratti stereotipati di Alberto Vargas, Tom Of Finland, Guido Crepax e Milo Manara e, dove i mondi si popolano di uomini che si amano, di Barbarelle e Valentine, simbolo di liberazione sessuale, il mondo si colora in modo psichedelico di “dottoresse e infermiere nelle caserme” e di “sexy professoresse”, parte dell’immaginario collettivo fino allo sfociare nell’hard con Gola profonda, capostipite di un nuovo mondo di “vedere” il sesso.
Corpi nudi, disturbanti ed anti estetici si rivedono nelle foto di Diane Arbus oppure, al contrario, nelle pose ricercate e patinate di Helmut Newton, fino a sfociare nei corpi maschili dalle cariche erotico-gay di Robert Mapplethorpe in un’epoca dove si vive la promiscuità sessuale ante Aids.
Legati ed esposti i corpi non smettono di creare ammirazione e desiderio nelle foto tra il fetish e il bondage di Nobuyoshi Araki o nelle sculture sadomaso di donna-oggetto di Allen Jones.
Senza sesso, senza erotismo, solo esposizione di nudi freddi e asettici appaiono e destano curiosa morbosità le opere di Vanessa Beecroft, Spencer Tunick, Larry Clark, Richard Kern e Roy Stuart.
In pieni anni Novanta in una performance che prende vita in un libro-diario dal titolo esplicito, SEX, la cantante Madonna si esibisce e mette in gioco scene e follie perverse di desideri sopiti, dove si passa dalla sottomissione alla dominatrix, a mondi omosessuali e androgini, rappresentazioni spesso esibite e pornografiche a cui si associano esplicite scelte di apparenti orge mentali.
Mostrarsi ed apparire diventa la moda del momento senza aspettare i red carpet di qualche manifestazione l’invasione tecnologica di Instagram & c. ha messo in atto la ricercatezza del “farsi vedere” attraverso i selfie che testimoniano quanto poco gettonata sia l’intimità oggi: fiumi di immagini e di primi piani i corpi più o meno nascosti si trovano in compagnia tra bagni, docce, lavandini e wc che compaiono a loro insaputa negli “autoscatti” che rivelano fisici e volti dalle bocche carnose e a cuore. L’erotismo passa cosi ad essere casalingo, usato e consumato a favore di chat, webcam e post più o meno espliciti a seconda dell’uso.
Fa scattare la risata se si pensa al patinato insulso modello erotico di Cinquanta sfumature di grigio, romanzo di E. L. James, dove tutto si nasconde ridicolamente dietro ad una storiella che palesa pratiche erotiche e storia d’amore. Corpi, calore, erotismo diventano sinonimi dei termini svelare e/o vedere che sembrano aver perso ormai di significato: l’oggettività supera l’apparente immaginazione.
Gustave Courbet lo aveva predetto parlando dell’arte e della realtà di descrivere in un realismo dichiarato e disturbante: “L’arte è essenzialmente concreta e può consistere soltanto nella rappresentazione delle cose reali ed esistenti” e a suo modo e in maniera esplicita lo diceva anche Moana Pozzi, pornostar nostrana, “Anche con la fica si può essere artista“.