Pubblicato il 7 aprile 2011 in www.exibart.com

Immergersi in un oceano di stelle, strappate a manciate e gettate sulla tela; regalare agli occhi lo spazio infinito del mare visto dalla costa; perdersi nell’orizzonte confondendo la terra con il cielo; respirare l’atmosfera resa in modo palpabile: questa è l’esperienza emozionale dei sensi che si ritrova nei dipinti di Puglisi.
Le suggestive stanze di Villa Pisani a Stra accolgono, tra gli echi di sogni antichi che popolano le stanze di storia e cultura, la visione di un realismo fotografico e leggero nella resa contemporanea di chi, come l’artista, rende agli spettatori la visione di uno spazio infinito dove protagonisti assoluti sono la natura, le stelle e il mare. Il titolo della mostra inaugurata il 7 aprile “Il Mediterraneo. Coste e costellazioni” raccoglie le esperienze pittoriche di Giuseppe Puglisi (Catania, 1965) degli ultimi tempi: un artista che dipinge en plein air a tutto tondo, spostando lo sguardo verso lo spazio che tende all’infinito sia esso celeste o terrestre.
La seduzione di Villa Pisani a Stra ha contribuito ad immergere le tele di Puglisi in un’atmosfera particolare dove la calura mediterranea si è sposata perfettamente con la frescura serale del nord, elemento che è stato sottolineato dall’artista proprio nella serata dell’inaugurazione presentata da Marco Goldin curatore della mostra, che, introducendo Puglisi aveva già a suo tempo sottolineato come la pittura dell’artista sia “colma di silenzio, immensità e dilaganti chiarori, contempla una bellezza straziata senza misure, l’inquinamento dell’aria, i fumi che salgono dalle ciminiere e illuminano il cielo notturno.”
I dipinti di grande dimensione sono quelli che coinvolgono maggiormente lo spettatore: lo spazio per essere vissuto ha bisogno di espandersi, di perdersi quasi negli occhi di chi guarda.
Uno studio visivo che riproduce l’incanto dell’infinito in un’esistenza metafisica nel trattare i soggetti: è assente la partecipazione dell’uomo ma rimangono i suoi simboli, le sue costruzioni, le navi che solcano il mare, le case e volgendo lo sguardo dalla terra alla volta celeste, le stelle a cui l’uomo ha dato un nome.
Nella serie delle costellazioni lo sguardo si sposta dalla terra al cielo assumendo un significato magico e religioso perso nel tempo: è un gioco fatto di luci e galassie lontane, perse nell’infinito, le stelle che appaiono vicine possono essere estremamente distanti tra loro.
Se le costellazioni sono invenzioni dell’uomo, spetta all’uomo allora dare loro una denominazione e un significato e all’artista raffigurarle sulla tela portando un pezzo di cielo dentro le stanze di una Villa veneta…
Ritorna come leitmotiv ancora la parola “infinito” quando si parla di Puglisi sia nelle coste che nelle costellazioni, eco leopardiano che porta ad essere in bilico tra la perdita di se stesso (Così tra questa / immensità s’annega il pensier mio) e l’attrazione che da ciò deriva (e il naufragar m’è dolce in questo mare).

Puglisi. Il mediterraneo. Coste e costellazioni
Stra (ve), Museo Nazionale di Villa Pisani

maxiart - giuseppe puglisi costellazioni