Pubblicato il 2 giugno 2015 in http://vecchiatoart.blogspot.it
Oggi Festa della Repubblica Italiana che viene celebrata ogni anno il 2 giugno, in occasione dell’anniversario del referendum con il quale, tra il 2 e il 3 giugno 1946, gli italiani votarono per scegliere la forma istituzionale dello Stato tra Repubblica e Monarchia, dopo la fine del regime fascista a lungo appoggiato dalla famiglia regnante.
I risultati ufficiali di quel voto, che per la prima volta nella storia italiana avvenne a suffragio universale, furono annunciati il 18 giugno 1946: la Corte di Cassazione proclamò ufficialmente la nascita della Repubblica Italiana.
Un passaggio importante che è bene ricordare in questi anni in cui il valore di Stato e di Repubblica sembra no dimenticati. Liberazione dalla guerra, dalla monarchia e nascita di uno Stato democratico che spesso vede passare troppi politici e troppi nomi associati a troppi partiti che nel marasma scordano l’Italia, paese fondato su genialità, arte e cultura che frequentemente passa in secondo piano.
Oggi, in occasione della Festa della Repubblica vorrei “liberare”, in maniera democratica, alcuni pensieri dai toni forse un poco polemici sullo stato dell’arte italiana (restiamo in casa) e per farlo in maniera semplice ho pensato di fissarli per punti, una sorta di gioco del “a me non piace”:
• Essere costretto nei musei a sorbirmi nelle orecchie il ssssssssshhh delle guide o delle persone che presiedono le sale, se voglio parlare di arte col mio vicino non sopporto di essere silenziato, non siamo in un luogo sacro ma nemmeno al mercato
• Pagare un caffè il doppio di quello che costa solo perché al bar del museo o mostra fa “chic” aver la catena del famoso ristorante che poi ti serve le stesse patatine del chiosco fuori sede
• Trovare nei cataloghi i soliti volti noti che scrivono, ma in realtà delegano invece tutto a giovani promesse che manco finisco poi per citare nei credits
• Sconti inesistenti su libri, musei, eventi per chi si occupa di arte
• Nessun aspetto veramente didattico nei musei o alle mostre per i bambini che cosi non imparano ad essere educati all’arte ma riempiti per un solo giorno di nozioni presto dimenticate, manca un approccio all’arte, manca l’arte nelle scuole e non avranno rispetto in futuro per monumenti e storia passata se non riconoscono quello che vedono
• Fiere dove a tutti è concesso tutto, dove vicino alle opere storiche si trovano le signore alto borghesi che si improvvisano mecenati o galleriste esponendo lavoretti fatti con la mollica di pane
• Assessori e assessorati che dicono “si va bene!” a tutto e a tutti pur di fare voti e di prendere nuovi budget futuri non valorizzando centri culturali e spazi espostivi
• La trafila burocratica per: accedere ad una mostra, preparare una mostra, pensare ad una mostra, invitare ad una mostra, mostrare una mostra
• Pensare che la massa del pubblico sia stupida proponendo eventi del tipo “Da Giotto a Cattelan” dove si trova di tutto e di più ma senza valore storico o scientifico
• Tutti i vari gadget che vanno dalla matita all’ombrellino per il “ricordino” da portare a casa, il troppo storpia
• Siti internet mal funzionanti, chiusure non specificate, crolli pompeiani, brutture all’italiana di monumenti e restauri mai finiti
• Artisti che si sentono tali ma in realtà sono affaristi calcolatori nati che non smettono di proporsi a mostre e fiere sfruttando giovani ingenui usciti da qualche scuola specialistica d’arte
• Galleristi che “ti offrono opportunità” in quanto devi imparare il mestiere, indipendentemente dal curriculum ed età, sia come critico che come artista
• I vernissage rigidi e frigidi preimpostati con i soliti saluti dell’autorità, la parola al curatore, poi all’artista con ringraziamenti e poi…tutti se ne vanno
• Il gruppo delle vecchie venute solo per il banchetto
• I critici improvvisati al lavoro dopo che gli altri lo hanno fatto della serie “io penso che… io avrei fatto cosi…” ma di cui nessuno sa della tua esistenza caro-commentatore-del-dopo-partita
• Contratti a progetto, collaborazioni momentanee, corsi, master, concorsi, specializzazioni, diplomi, attestati, jobs act in corso vari per dire che si vale dal…al… con data di scadenza nella creatività
• Gente che si lamenta e non ha intenzione di cambiare la situazione o che si arrende o che scappa all’estero sperando di ritornare trovando chi ha combattuto un sistema anche per chi se n’è andato…
Parole? Scritti? Pensieri? Nessun mea culpa, solo constatare che oggi, Festa della Repubblica Italiana, l’Italia si deve davvero valorizzare per ciò che è non per ciò che non ha.
Senza polemizzare sempre, senza l’amaro in bocca, senza la paura del domani, conta solo agire e amare sempre quello che si ha e si fa.