Una doppia personale, di Laura Fortin ed Emanuele Sartori, in cui i due artisti porteranno le loro opere più recenti: un progetto che li vede uniti in un’unica pagina scritta, ma con due diverse facciate per raccontare Diari Celesti, percorsi che si compensano e impregnano di vissuto, di vita e di emozioni. Il titolo racchiude il pensiero di entrambi: “Celesti perché le opere stesse trascendono il significato, sono regali inattesi, mai progettati quindi doni da una dimensione interiore mai finita, quasi una fonte inesauribile. Celesti perché donano una risposta incompleta, ma compiuta. Celesti perché, come l’infanzia, hanno in sé una innocenza stonata, ma di fondo in entrambi vi è una purezza di intenti. E poi il colore celeste compare a più riprese nella loro scala cromatica”.
Due artisti in apparenza distanti eppure due poetiche molto affini, perché alla base c’è una comune volontà, quasi struggente, di lasciar andare ogni remora e consentire all’arte di esprimersi senza filtri, senza freni. Nell’arte di Emanuele Sartori si riconoscono molti riferimenti colti, dal cinema alla fotografia, dalla storia alla poesia, che servono, attraverso la tecnica del décollage, a raccontare una storia o una sua visione. I suoi componimenti diventano dei territori mentali in cui è sempre più forte l’esigenza di assemblare e poi distruggere per dare forma ad una coerenza espressiva che ben lo definisce. Il mondo che lo circonda diventa un grande bacino da cui trarre ispirazione per creare nuove geografie emozionali. Invece nell’arte di Laura Fortin non c’è mai uno sfruttamento impietoso della sua intimità quanto un racconto sincero e a volte inesorabile dell’universo femminile. Le sue donne sono tanti sé in cui ognuno di noi può immedesimarsi, è un racconto visivo che coinvolge tutti, senza la necessità di edulcorarne il messaggio. Il coraggio di esporsi, di raccontare la propria intimità senza timore del giudizio altrui è un atto di libertà notevole, ma anche di un operare che non è mai lezioso perché la Fortin sa raccontare il buio, l’abisso, e poi la rinascita senza la necessità di un’arte consolatoria.
Corpi aggrovigliati persi tra immaginifiche forme vegetali, mescolanze tra realtà e visioni oniriche quindi nelle tele di Laura Fortin. Nelle opere di Emanuele Sartori invece volti scarnificati, assemblaggi arditi, grottesco e giocoso ensemble di anime ritagliate da paesaggi fantastici. Laura Fortin si presenta col suo segno articolato e dinamico, il pennello usato come un’arma di difesa verso un mondo fascinoso e complicato, veloce come una grafia senza stacco che si mostra in un’esecuzione dai tratti forti, dalla materia che a tratti si sfalda e risulta carica di colore o tenue e delicata, quasi acquerellata, un velo dipinto, ma mai casuale, mai banale. Emanuele Sartori mescola nelle sue opere fotografie, pittura e collage arrivando a produrre un lavoro che supera la tecnica oltre il concetto tradizionale di mero oggetto estetico.
Il linguaggio visivo è decostruito in un nonsense dal sapore dadaista-costruttivista con il ricordo a Raoul Hausmann, Hannah Höch e Kurt Schwitters in cui le immagini perdono la loro funzione comunicativa e diventano rumore visuale.
Il caos della vita moderna è rievocato nei frammenti assemblati, nelle pennellate che completano le giunture tra i pezzi e il pubblico è sfidato e messo in discussione in una visione dinamica e mai passiva.
Biografie artisti
Laura Fortin
Laura Fortin (Padova, 1979) si avvicina alla pittura nel 2011. Partita da una ricerca legata all’astratto, negli anni avvia un percorso parallelo con il disegno che le permette di rinnovare la sua poetica. Dal 2016 indaga il figurativo. Ha esposto in numerose collettive e bipersonali in spazi pubblici e privati e nel 2021 nella personale Pratiche di innocenza, presso la galleria Gli Acrobati di Torino. Ha all’attivo una collaborazione con il chitarrista e compositore Paolo Spaccamonti, per il quale ha realizzato due copertine. Nel 2018 ha pubblicato la raccolta di disegni e testi poetici All Melody. Sono del 2023 Nero residuo, antologia di disegni e versi a quattro mani con il poeta Roberto Deidier per le edizioni catanesi Le Farfalle, e Peter Pan, rivisitazione del classico di J.M. Barrie per la bolognese MyMonkey. È del 2024 Zona franca, antologia di disegni con un intervento poetico di Ivonne Mussoni per Cervo Volante Editore. Nel 2019 è stata finalista al Premio Combat, nel 2020 all’Exibart Prize. Dal 2018 al 2022 è stata rappresentata dalla galleria Rizomi di Parma, nel 2021-22 dalla galleria Gli Acrobati di Torino. Dal 2023 collabora con la galleria romana AAIE Contemporary Art. Dal 2015 vive e lavora a Torino.
Emanuele Sartori
Emanuele Sartori è nato a Vicenza nel 1970. Frequenta prima il Liceo Umberto Boccioni di Valdagno (VI) per poi diplomarsi al Liceo Martini di Schio (VI). Consegue poi la Laurea presso l’Accademia di Belle Arti di Venezia nel 1996, sezione pittura. Attualmente vive e lavora a Vicenza. Dal 1992 partecipa a varie mostre nazionali ed internazionali. Per anni indaga la materia pittorica, soprattutto la tecnica mista e l’incisione. Dal 2002 fino al 2018 si dedica esclusivamente alla ricerca “interiore” zen con il Maestro Franco Bertossa presso l’Associazione ASIA a Bologna. Dal 2014 torna a frequentare con costanza la sua ricerca pittorica. Dal 1995 al 2017 ha partecipato a più premi nazionali ed internazionali, classificandosi spesso tra i primi posti.
Orari:
Da martedì a domenica: 09.30 – 12.30 / 16.00 -19.00. Chiuso i lunedì non festivi
Ingresso gratuito