Pubblicato il 21 aprile 2015 in http://vecchiatoart.blogspot.it
Le opere della strada ritornano nelle gallerie, spaziano nei musei e ripercorrono al contrario quello che qualche decennio fa avveniva: l’abolizione degli spazi per la presa di possesso del mondo esterno.
Si parla oggi di artisti nati “sui muri” e con linguaggi desunti dai fumetti o dai manga, saltano fuori dal cilindro i nomi storici di Keith Haring, Jean-Michel Basquiat, al quale si affiancano le nuove leve artistiche di Banksy, Blu, Anthony Lister, Takashi Murakami, Os Gemeos e tra i padovani Alessio B., Tony Gallo e Kenny Random.
Quella proposta nel decennio corrente non è solo una nuova tappa ed evoluzione della Street Art, che è passata ad essere l’espressione dell’arte contemporanea per eccellenza, ma un percorso che segue di pari passo l’evoluzione sociale, globale e tecnologica delle nuove generazioni.
Cultura fatta di rabbia, sofferenza, ribellione sono alla base di questo fenomeno underground che rappresenta l’esigenza di porre un linguaggio nuovo che caratterizza una crisi d’identità delle culture giovani che cercano punti di riferimento continui.
Sociologici, storici e critici d’arte e studiosi focalizzano sempre più frequentemente la loro attenzione sul mondo dei murales, dei graffiti.
La grande rivoluzione della Pop Art negli anni Sessanta del Novecento si occupa della strada in quanto “infettata” l’arte tradizionale con oggetti profondamente banali di tutti i giorni; ecco allora che molti artisti di strada si sentono direttamente collegati a questa forma d’arte, per questo suo essere così ricettiva in tutti i campi della vita umana, così aperta alla comprensione di tutti.
Il writing vero e proprio, nasce a Philadelphia nei tardi anni Sessanta per poi svilupparsi nei primi anni Settanta a New York che da questo momento diventerà il fulcro dell’intero movimento fino ai giorni nostri.
Siamo nell’era che Mc Luhan definisce del “villaggio globale”, espressione ormai consumata e usata dal sociologo per indicare, come con l’evoluzione dei mezzi di comunicazione, tramite l’avvento del satellite che ha permesso comunicazioni rapide in tempo reale e a lunga distanza, il mondo sia diventato piccolo e abbia assunto l’aspetto di un villaggio.
L’arte contemporanea di questo nuovo secolo fa proprio questo: rende globale la trasmissione dati attraverso il web, gli smartphone, i social network e viene data a tutti la possibilità di produrre ed esprimere le proprie sensazioni, la propria arte, di lasciare il proprio messaggio, di segnare il territorio, travalicando le norme per imporre la propria libertà di pensiero e azione.