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I mestieranti dell’arte: sognatori e artisti

La vita e i sogni sono fogli di uno stesso libro.
Leggerli in ordine è vivere, sfogliarli a caso è sognare
(Arthur Schopenhauer)

Costa fatica realizzare i propri sogni, è lastricata sia di difficoltà che di soddisfazioni la strada che ci si ritrova ogni giorno, impegno, costanza, studio e ricerca sono forse gli unici compagni di viaggio e strumenti che si affrontano.
Non è mai semplice, ma neppure impossibile arrivare alla concretizzazione dei propri desideri: un passo alla volta il cammino si fa percorso prima e viaggio poi, si raggiunge la meta, magari in condizioni diverse da quando si è partiti, forse arricchiti, ma indubbiamente diversi.

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Love song. Amore per amore d’arte. “Love song”, questa è una canzone d’amore, una canzone d’amore, che dura il tempo di un ascolto.

a Marco Cocci,
folle folletto d’energia, per le sue “Love song”,
per l’incredibile forza, amore ed emozione che mette in ogni cosa che fa,
per essere ciò che è e perché non cambi mai!

Love song“, questa è una canzone d’amore, una canzone d’amore, che dura il tempo di un ascolto. Una canzone, versi cantanti in forma di poesia e che si mescolano ad immagini che poi si riversano verso chi si ama, indice dell’amore, punto a cui tutto arriva.
Dante Alighieri e Beatrice, Francesco Petrarca e Laura, Raffaello e la Fornarina, Salvador Dalì e Gala, Frida Khalo e Diego Rivera, Auguste Rodin e Camille Claudel, Robert Rauschenberg e Jasper Johns, Jackson Pollock e Lee Krasner, Gilbert e George, John Lennon e Yoko Ono, Marina Abramovic e Ulay, l’amore nelle arti, le coppie che si amano, si lasciano e amano ancora, solo un piccolo esempio nella vastità della storia dell’amore nell’arte.

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Tempo ritrovato. E tutti quei momenti andranno perduti come lacrime nella pioggia.

A mio avviso non ci sostituisce al passato, semplicemente si aggiunge un nuovo anello alla sua catena
(Paul Cézanne)

Tempo, quante volte ricorre la parola tempo nei nostri discorsi, nei pensieri, nel quotidiano e nella paura del domani, il tempo futuro che dovrà ancora arrivare e il tempo perduto, quello passato, che non torna più.
Si rincorre questo tempo con la paura di bruciarlo tutto, di non avere più spazio e di consumare tutta l’aria attorno che c’è, con il segreto timore di avere perduto tutto e di non aver concluso poi nulla.

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Leggere per dipingere espressioni. Dipingere per leggere espressioni.

Non leggete, come fanno i bambini, per divertirvi, o, come gli ambiziosi, per istruirvi.
No, leggete per vivere.”
(Gustave Flaubert)

Prima di iniziare a leggere un libro, i fattori che portano alla lettura del testo selezionato sono molteplici e spesso non dà il giusto peso poiché diventa una scelta d’istinto e naturale.
Si comincia la lettura per gusto, in base alle cose piacciono, in base al genere che varia dal romanzo, alla narrativa, ai classici, alla fantascienza, ai gialli, alle biografie o storie d’amore, senza scordare i romanzi storici e fantasy.

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“Orrore! Ma che schifo quest’opera!” la bellezza non è tutto

Che schifo questo quadro!“, affermazione spesso dettata d’istinto verso un lavoro compiuto da un artista che non piace, o meglio, che non trova i nostri gusti e tocca le nostre corde emotive.
Ma lo “schifo”, da cosa è generato? Da una non ben identificata interpretazione del soggetto posto di fronte? Da un assembramento di forme e colori che non trovano il nostro personale gusto? Da una ricerca infantile e sommaria di ciò che è rappresentato?
Gli elementi sono variabili, sono troppi forse per essere elencati, si passa dal piacere soggettivo al gusto oggettivo: se una cosa è brutta, è brutta!

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#IONONSONOUNCOSTO. Figli della Terra di Mezzo.

Ai ragazzi di Comdata.
Mi sono reso conto che è la paura la peggiore delle disgrazie;
è la paura il vero nemico, perciò alzati e va ad affrontare la vita reale
e se il mondo è un bastardo allora colpiscilo con tutta la forza che hai
(Breaking Bad – Walter White)

Che futuro si prospetta per i figli dell’Uomo nati tra gli anni Settanta e Ottanta? Chi sono quei giovani uomini e donne che si affacciano ogni giorno al mondo? Cosa avranno mai da dire a coloro che sono nati con i social network, con gli smartphone, con l’idea delle frontiere abbattute e della moneta unica, con le scoperte medico-scientifiche che debellano malattie fino a poco tempo fa incurabili, con la tecnologia dilagante, con le diete vegane, le serie tv in streaming e i reality show? Tutto oggi si è fatto più fluido e semplice, come schiacciare un tasto sul pc: tutto si trova con un click, con una digitalizzazione, dalla ricerca scolastica al cibo che arriva direttamente a casa, dalle mappe digitali all’amore, dove intere folle si amano e incontrano nelle chat, poi si lasciano via whatsapp e si consolano con una marea di selfie filtrati.

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Riflettere riflessi. Specchio specchio delle mie brame…

Capita spesso di doversi confrontare con l’immagine di noi stessi riflessa in uno specchio: al mattino appena alzati a rimirare un volto assonnato, mentre ci si prepara per affrontare la giornata, quando ci si veste e ci si controlla se quella camicia si abbina alle scarpe e infine una rapida occhiata prima di uscire di casa nello specchio d’entrata prima di prendere il mazzo di chiavi e chiudere poi la porta.
Bene. Si può senz’altro dire che le giornate cominciano con uno sguardo verso di sé e in tal modo spesso finiscono alla stessa maniera: ci si strucca, ci si lava i denti, una visione d’insieme ad una faccia stanca dopo la giornata di impegni e lavoro e poi a letto.

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Rabbia di vivere. La ricerca di sé tra umano e artistico.

Di solito gli uomini quando sono tristi non fanno niente;
si limitano a piangere sulla propria situazione;
ma quando si arrabbiano allora si danno da fare per cambiare le cose.”
(Malcolm X)

Per esprimere e creare qualsiasi forma d’arte tutto parte da un’emozione, quale sia questo input che tutto crea non lo si sa con certezza.
Un grande dolore, un’enorme rabbia, un grande amore, un’immensa gioia…tutto può servire per dare sfogo alla creatività.
Dai periodi blu e rosa di Pablo Picasso che trasmette le sue emozioni di pacatezza o tristezza nei colori, nei soggetti e nelle forme, alla felicità trasbordante vissuta nelle opere di Marc Chagall, fino alla perversione coloristica espressionista e tagliente dei quadri di Vincent Van Gogh o alle minuziose battiture calligrafiche di un preciso e segnico Paul Klee, fino a pervenire al corpo martoriato e usato dagli artisti della Body Art come Marina Abramovic e Gina Pane.
Pennellate di colore rabbioso dato da Jackson Pollock, campiture dense e pastose di Mario Schifano, graffi sui muri come momenti rinchiusi di Keith Haring o di Banksy.

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Tinta can! Conversazione sull’arte contemporanea

Chissà cosa passa mai nella mente di un creativo quando si appresta a produrre un’opera, un creativo inteso come “colui che crea”, una persona che, in qualche modo, esplica con le forme e i colori la sua qualità artistica.
Poco importa che quando si parla di creativo ci si riferisca ad un cuoco, ad un cantante, un poeta, un pittore o uno scultore, la creatività spazia in ogni forma ed é comunque e senza dubbio un atto, un processo di plasmazione che prende vita.
A parole é difficile poi dare il senso del compiuto, di quella formulazione che ha intrapreso la strada dal concetto alla realtà, si consiglia allora che sia l’opera poi a parlare per l’artista, anche se poi molte immagini e risultati hanno bisogno di essere sciorinati e sviscerati, si ricerca allora una decodifica, una spiegazione che arrivi al cuore e all’anima della maggior parte del pubblico.

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Visite guidate. Accompagnamenti e didascalie viventi nell’era social

Ai ragazzi della mostra “Natura Naturae” di Correzzola,
valore puro del territorio, sognatori e realisti, viva voce della terra e dell’arte.
Per tutte le guide e le guardianie vissute insieme:
Grazie!

L’arte ha bisogno di continui stimoli e di visioni che portano a vedere la rappresentazione di un concetto, di un’idea, di una realtà che, vera o sognata che sia, incentivi lo spettatore.
Le immagini quotidiane bombardano ogni giorno l’uomo, nuove percezioni, vecchie storie raccontate che si mischiano con il senso della vita, tutto che si scioglie e rimescola e passa attraverso le emozioni e l’uomo diventa ricettivo ad ogni cambiamento.
Che cosa succede quando lo scambio visivo non è incoraggiato abbastanza ma preconfezionato in sterili programmi che conducono il pubblico a pensare cosa sia meglio pensare, vedere, possedere? É davvero così importante “fare numeri” e avere consensi a scapito della qualità delle cose proposte?

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