Archivio categorie open.Art

Pubblico. Dunque sono. L’apparenza che inganna…

Pubblicato il 19 novembre in http://vecchiatoart.blogspot.it

Per essere, bisogna apparire” recita un vecchio modo di dire, perché bisogna apparire? Perché bisogna sovraesporsi e mettersi in mostra? Conta davvero così tanto la visibilità?
Nel mondo contemporaneo invaso da social network e tecnologia tutto si fa più facile e le nuove pubblic relation arrivano attraverso scambi multimediali e virtuali che finiscono per far apparire più che essere.
Ogni giorno il primo pensiero diventa la “droga della visibilità”: cliccare con cuori o like i vari post dei social, controllare quante sono le visualizzazioni dell’ultima foto o frase preconfezionata, quanti “mi piace” sono stati messi, verificare cosa dicono, pubblicano, commentano e inseriscono gli altri… diventa un lavoro sociale capire e carpire il “segreto del successo” dell’apparire.

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Forse non tutti sanno che… Regole di cultura e felicità.

Pubblicato il 15 novembre 2016 in http://vecchiatoart.blogspot.it

A Silvia Gorgi,
perché tutti sappiano che la curiosità e lo studio portano lontano…

Un libro scritto con passione, semplicità e competenza è arrivato da poco sugli scaffali delle librerie: “Forse non tutti sanno che a Padova…Curiosità, storie inedite, misteri, aneddoti storici e luoghi sconosciuti della città culla dell’Umanesimo.”, di Silvia Gorgi.
Un libro dedicato a Padova, ai luoghi, alle imprese e alle personalità che hanno vissuto o sono passate per la città come Shakespeare, Galileo, Stendhal, è un viaggio che l’autrice conduce tra le pagine alla scoperta di una città ricca di fascino e di cultura.

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Fai cultura? Fai arte? Tutti ti vogliono!…quando sei a terra, quando sei in cima.

Pubblicato l’11 novembre 2016 in http://vecchiatoart.blogspot.it

 “Se sognare un po’ è pericoloso, il rimedio non è sognare di meno ma sognare di più, sognare tutto il tempo”
(Marcel Proust)

Strano posto il mondo dell’arte, strano davvero se si pensa ad un luogo fatto di persone dove creatività ed emozioni sono le padrone di case e i suoi ospiti artisti e creativi.
Ancora più strano se si pensa come in un Paese, che ha dato i natali a grandi geni della cultura, oggi si riesca a vivere di questo passato ma non a gettare nuove basi per un futuro e, piano piano, questo modo di pensare si stia sgretolando sotto i nostri occhi tra incuria e compravendita.
L’investimento culturale di cui si decanta il primato a livello mondiale in realtà non avviene, forse davvero non interessa a nessuno.
Chi nasce creativo muore sotto il peso di un affaticamento di rivalsa e di riconoscimento a livello personale prima e di pubblico poi. Quante volte alla domanda “che lavoro fai?” un creativo risponde, a seconda del suo indirizzo, “faccio lo scrittore, l’artista, il musicista, il ballerino…” e di rimando si sente rispondere “ah bello…ma di lavoro invece che fai?”?

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Povero artista…Sogni o concretezza? Cosa serve a chi crea Arte?

Pubblicato il 04 novembre 2016 in http://vecchiatoart.blogspot.it

Se il sogno muore, che ne sarà del sognatore?
E se muore il sognatore, che ne sarà del sogno?”
(Arthur B. Chandler)

Un artista non muore mai povero.
Non tutto si monetizza e concretizza con il successo commerciale e con la pecunia che arriva a predisporre una sicurezza economica che permette nuove realizzazioni e investimenti.
Non è tutto oro quello che luccica, ma non è nemmeno vero che tutto quello che si produce poi si trasforma in oro.
Legati ad una concezione post romantica dell’artista bohemienne, solo, povero e senza futuro, si arriva a elaborare la visione di un artista scordato dai suoi contemporanei e riscoperto poi solo dopo la morte. Spesso non è così, spesso capita invece il contrario: artisti famosi in vita che si inebriano di oblio solo successivamente.
Quanti ricordano i nomi di artisti accademici e riconosciuti tra premi, esposizioni e committenze private e pubbliche che poi, passato il periodo storico, sono finiti tra le pagine della storia dell’arte?
È necessario vivere e fare arte da vivi o ricordare ciò che si è stati anche dopo la conclusione della vita terrena?

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La critica di se stessi è come un buon piatto di lasagne: si cucina ad arte.

Pubblicato il 01 novembre 2016 in http://vecchiatoart.blogspot.it

Non capita spesso di imbattersi in opere d’arte che cambiano il percorso della vita che, oltre a restituire fascino e bellezza emotiva, si investono di una pura visione emotiva.
Capita sovente di ritrovarsi invece davanti a opere incomprensibili al pubblico o dal sapore del già visto e sentito, senza nessun sforzo mentale né emozionale, puramente costruzioni per un mercato d’arte che, a tratti, risulta saturo e svuotato.
La genialità non serve se non è accompagnata da una ricerca e da un confronto, poco vale la pretesa di chi si sente superiore alla media e, per non contaminare il suo sconfinato ego, ripudia e disprezza il lavoro altrui, forse temendo una comparazione?
Molti creativi pretendono di essere in cima alla lista delle priorità e della visibilità, arrivando a non cercare di rapportarsi con nessuno, sia che si parli di altri creativi del passato storicizzato sia di contemporanei.

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Creativi #aggratis! Il precariato di Pablo Picasso

Pubblicato il 25 ottobre 2016 in http://vecchiatoart.blogspot.it

Essere creativi in Italia è sempre più difficile a quanto pare, non ci si mette solo la globalizzazione che brucia i tempi d’attesa quando si ha bisogno di collocare in cantiere un’idea o un’opera che possa arrivare al pubblico, ma oltretutto la crisi economica che, in maniera poco intelligente, al posto di incentivare le menti per uscire da un periodo buio accentua la non crescita e i tagli alla cultura.
Una soluzione che fa intravedere poca propensione ad investire nelle teste e a considerare la cultura e le arti qualcosa di superfluo, quasi un hobby a cui dedicare del tempo, tempo che appare sempre più risicato e poco prezioso secondo alcuni poiché chi si “permette” di voler vivere attraverso un lavoro emozionale e mentale è considerato un non-lavoratore e un non-produttivo per la società.
Niente di più sbagliato! È ai creativi, agli artisti, alla cultura stessa e alla ricerca che si deve puntare per trovare una soluzione e investire quindi in coloro che possono operare in più settori per avvicinarsi ad un buon esito e risultato.

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Chi è un artista? Professionista contro improvvisatore.

 

Pubblicato il 21 ottobre 2016 in http://vecchiatoart.blogspot.it

Utilizzare i materiali, i supporti, sapere usare le tecniche più varie e assemblare forme e colori non fa di una persona dotata di ingegno e creatività un artista.
Chi è un artista? Uno che è capace di emozionare e si avvale di capacità tecniche? Non solo.
Non basta conoscere e applicare la materia per “saper far arte”, per produrre idee e “colpi di genio”, per definire un lavoro artistico si ricerca qualcosa che non è solo così vicino al sentire comune, ma che arriva ad avere un riconoscimento quasi univoco e universale che si definisce “opera d’arte”.
Spesso gli artisti inscenano i disagi e il sentire del mondo in cui vivono, dove la visione si fa a tratti ironica, amara, di denuncia sociale o politica, di mimesi e raffronto alla realtà, lasciandosi alle spalle il passato o proiettando scenari futuri.

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Arte pubblica. Tra scandali e degrado: confutate gente!

Pubblicato il 18 ottobre 2016 in http://vecchiatoart.blogspot.it/

Da quando esistono i social network, la vox populi sembra essersi trasferita dalle parole allo schermo di un pc, di uno smartphone o di un tablet.
I punti di incontro reali sono sempre più rari nella società odierna, altri tempi in cui si pubblicizzava il “logorio della vita moderna” fatta nei bar, nelle piazze e altri punti di ritrovo, ora i social hanno sostituito le discussioni fatte davanti ad un bicchiere di vino e una partita a carte a favore invece di pensieri rarefatti in cui domina la libertà che si tramuta in parole che si digitano e si lasciano virtuali tra chat e commenti di like variegati.
Sembra ormai che il lamentio quotidiano e la critica su qualsivoglia argomento abbia preso il sopravvento al vero confronto, alla pura presa di posizione e all’opinione supportata da tesi e punti specifici.

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A chi vuoi più bene? Alla mamma o al papà? Indagine sul mondo astratto e figurativo.

Pubblicato il 14 ottobre 2016 in http://vecchiatoart.blogspot.it

Vuoi più bene alla mamma o al papà?”, è la classica domanda che ci si sente rivolgere quando si è bambini, specie quando la zia di turno ci interroga sventolando davanti un sacchetto di caramelle e che, consapevolmente e indipendentemente dalla risposta che si darà, diventerà nostra proprietà.
Il rischio? Rispondere in maniera errata con il pericolo di provocare danni emotivi nei rispetti genitori, solo allora si intuisce cosa sia la diplomazia e si esce con un bel “A tutti e due!”, per evitare di provocare un dolore materno (o paterno) che metta in discussione il buon operato del sistema genitoriale.
Sono scelte che non si possono condurre e fare, si predilige sempre quello che più ci aggrada e si avvicina alle corde emotive del momento, vogliamo più bene una volta alla mamma, una volta al papà, spesso a tutti e due!

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La realtà cosi bella da sembrare un quadro, vedi dunque sei?

Pubblicato l’11 ottobre 2016 in http://vecchiatoart.blogspot.it

È così bello da sembrare un quadro”, quante volte una frase simile si interpone nei discorsi e nei pensieri di fronte ad un meraviglioso spettacolo naturale che si desidererebbe fermare per sempre come immagine impressa nella mente?
Ma perché un’immagine che piace e provoca un’emozione si paragona ad un quadro?
Perché è l’unico mezzo di paragone per fissare una rappresentazione della realtà?
Perché la mimesi del reale si fissa e resta per sempre legata ad un filtro emozionale?
O più semplicemente, perché l’arte rimane il più antico mezzo di comunicazione visiva, anche oggi, quando si parla di comunicazione globale fatta sempre più in maniera mediatica e social?
È così bello da sembrare un quadro”, forse è davvero così, la divulgazione visiva è il punto di inizio di una discussione che trova difficile appagamento.
Quante parole si potrebbero spendere in merito su ciò che è finzione e ciò che è invece oggettività e concretezza?

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