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Namasté Alé! La scimmia nuda balla, dubbi sulla cultura dell’uomo contemporaneo

Pubblicato il 14 febbraio 2017 in http://vecchiatoart.blogspot.it

Il Festival di Sanremo anche quest’anno è terminato, tra critiche, audience e numeri da capogiro, tra i presenzialisti e coloro che non mancano di essere incollati al televisore per commentare, tra gli snobbisti che ne fanno volentieri a meno, tra “Essere o dover essere. Il dubbio amletico contemporaneo come l’uomo del neolitico” come recita l’incipit di Occidentali’s Karma, testo della canzone vincitrice 2017 di Francesco Gabbani.
Il Festival di Sanremo quindi si è concluso, fine di tante attese e pronostici, di articoli e pagine di giornali, di vecchi ritorni, di novità o di vecchi e basta che esistono solo perché il Festival esiste.

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Noia tra Arte et Cultura. Tutto molto interessante…

Pubblicato il 7 febbraio 2017 in http://vecchiatoart.blogspot.it

La noia. È un elemento che si associa spesso a corollario di certe presentazioni e vernissage di mostre o eventi a cui ci si ritrova quando si è invitati o si finisce nel calderone del non-dovevo-neppure-essere-qui-invece-ci sono.
Tant’è! Non si scappa e ci si scopre quindi dentro ad un sistema che fagocita il nostro tempo e le ore seguenti, a volte poi il risultato della serata è anche divertente e magari si conclude pure qualcosa e si discute maniera piacevole di un evento al quale manco si voleva partecipare.
Inutile nascondere comunque la noia che pervade la presentazione: sbrodolamenti di partito quando sono presenti cariche istituzionali, egocentrismo curatoriale, centralismo artistico, deprezzamento pubblico…
Tutto molto interessante…

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Enjoy the silence. Il silenzio è il rumore che l’arte vuole.

Pubblicato il 3 febbraio 2017 in http://vecchiatoart.blogspot.it

All I ever wanted
All I ever needed
Is here in my arms
Words are very unnecessary
They can only do harm
Enjoy the silence
(Enjoy the silence – Depeche Mode)

Dal silenzio nasce il verbo giusto.
Il silenzio, elemento raro da trovare nel mondo contemporaneo, si è ormai circondati da rumori naturali, sempre più rari, fino al caos quotidiano in cui ci si immerge nelle città, rumori continui, auto, tram, cellulari che suonano, notifiche di varie app installate, visioni coincidenti sempre più con il caotico movimento quotidiano che circonda l’uomo, dai suoni naturali a quelli artificiali é il trionfo del non silenzio.
A questo punto si può dure che il silenzio non esiste più.

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Si va alla Fiera d’arte. Immagine e cura del vissuto e del belvedere.

Pubblicato il 31 gennaio 2017 in http://vecchiatoart.blogspot.it

L’umanità che si riversa nelle fiere d’arte è tra la più eccentrica e colorata che si possa vedere in giro, in queste manifestazioni l’egocentrismo e la visibilità sono in buona parte le responsabili Muse nascoste che alimentano le più svariate personalità della fiera.
Penso spesso alle persone che si ritrovano a lavorare all’interno di stand e padiglioni che vedono passare costantemente artisti, critici, curatori, espositori, semplici curiosi e persone capitate per caso in mezzo a questo calderone: un insieme colorato e rumoroso che si appropinqua da una parte all’altra fino a che le luci non si spengono.

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Il meglio di sé… Arte di parte, costruire e creare

Pubblicato il 27 gennaio 2017 in http://vecchiatoart.blogspot.it

L’arte contemporanea spesso si trova al centro di polemiche e discussioni, vuoi per le tematiche, vuoi per l’uso di tecniche ed espedienti, vuoi per vere e proprie bufale perpetrate contro il pubblico, contro la benpensante società in un contesto che si fa partecipe di logica, soldi e visibilità.
L’arte non sempre esprime emozioni o pensieri, segue logiche commerciali e di mercato, l’arte rincorre artisti che arrivano e poi spariscono dimenticati a favore di altri personaggi creati ad hoc perché più redditizi e portati in pompa magna verso l’Olimpo della notorietà, ma che rimarrà di loro? Della loro arte? Delle loro opere? Forse assolutamente nulla…
Rivedere il passato che non ha lasciato traccia nel presente è come sfogliare una vecchia rivista di moda ritrovata in qualche angolo di un cassetto, piena di modelli e di personaggi spariti dalla ribalta con tagli di capelli ridicoli e sorpassati e di cui non è rimasta che la parvenza di una pallida interpretazione di se stessi.

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La paura di chi ha paura. Creazione ed arte tra panico e dubbi

Pubblicato il 24 gennaio 2017 in http://vecchiatoart.blogspot.it

Il più grande sbaglio nella vita è quello di avere sempre paura di sbagliare
(Elbert Hubbard)

Io ho paura.
Si, ho paura. Sono terrorizzato davanti al foglio bianco quando devo scrivere, penso di non riuscire mai ad arrivare alla fine del compito che mi sono autoassegnato e di fallire, di andare fuori tema, di non riuscire davvero ad esprimere quello che penso e che sento.
Ho paura, paura dei giudizi, dei commenti, delle parole che non trovano la giusta pace e di non essere capito, spaventato dal mondo esterno a cui affido le parole, incapace di poter difendere quello che ho concepito e poi alla fine elaborato.

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Perché fai Arte? Cos’è’ l’Arte e la Cultura per te?

Pubblicato il 20 gennaio 2017 in http://vecchiatoart.blogspot.it

I social network sono la nuova frontiera della comunicazione, luoghi in cui si dà spazio ai pensieri, alle emozioni, in cui si postano foto, frasi, quotidianità che poi spesso sarà dimenticata per il prossimo post inserito.
I social network sono però una fonte inesauribile di creatività e di esternazione di un potere mediatica sempre più ampio e coinvolgente dove a tutti viene data, per fortuna o purtroppo, la possibilità di esprimersi e di commentare, dialogare o semplicemente di lasciare liberi i pensieri del momento.
Da becere e superflue affermazioni populiste si possono trovare vere e proprie geniali intuizioni sugli argomenti più vari, poi i commenti che ne seguono possono essere più o meno condivisibili ed espressi.

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Arte e cultura: l’inutile superfluo quotidiano

Pubblicato il 17 gennaio 2017 in http://vecchiatoart.blogspot.it

Si ha paura della cultura, si teme l’arte, forse perché si disegnano scenari a dir poco apocalittici e preoccupanti? Si, la gente che produce con la forza delle emozioni e del pensiero è pericolosissima! Perché? Perché ci si abitua a pensare, ad essere curiosi e a parlare con propri simili in un mondo che ha molto di utopia e poco di realtà.
La concretezza e la praticità spesso spazzano via i sogni e la delicatezza con la quale ci si è approcciati; è davvero giusto considerare quello che si tocca solo come reale e quello che si realizza con la forza dei pensieri solo aria?
L’arte è il superfluo, la cultura è un qualcosa a cui si può rinunciare, vero? Dai! In questo momento di crisi ti metti a parlare di mostre e di quadri, di libri e di letture? Suvvia! Siamo realisti: non si vive con queste effimere sviolinate del “nulla”, l’uomo ha bisogno di pane non di cultura!

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Critici oggi. Per fare arte serve più l’artista o il critico?

Pubblicato il 13 gennaio 2017 in http://vecchiatoart.blogspot.it

Si parla spesso di “critica d’arte”, di recensioni critiche, di un percorso storico e artistico che si intraprende quando si parla di un artista e del suo lavoro.
Ma che cos’è la critica d’arte? Nel corso del tempo, specie nel mondo contemporaneo, si è falsata spesso la sua formulazione, arrivando a non concepire la “critica d’arte” come un sistema che ha tuttavia affermato (e formato) l’opinione generale.
Discutere e valutare l’arte visiva è la base principale della disciplina critica per fare in modo di dare in maniera obiettiva una critica su base razionale per apprezzare e valutare lo stato dell’arte.
Il critico d’arte è spesso confuso come un semplice opinionista che discute del lavoro altrui, ma che in realtà supporta e conferma, con basi comparative e storiche, il lavoro di un artista.

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“L’arte non è ciò che vedi, ma ciò che fai vedere agli altri”. Vedere per guardare, il pensiero dell’arte nella creazione.

Pubblicato il 10 gennaio 2016 in http://vecchiatoart.blogspot.it

L’arte non è ciò che vedi, ma ciò che fai vedere agli altri
(Edgar Degas)

Un quadro, una scultura, qualsiasi opera d’arte che è esposta e messa davanti agli occhi dello spettatore è solo il risultato di una visione di come l’autore ha interpretato ciò che sente.
Ciò che sente? Non ciò che vede? No. Perché quando si compone un’opera d’arte non si vede con gli occhi, si parla attraverso uno spirito emozionale che traduce la visione in forme e colori.
Il risultato può avvicinarsi alla realtà, a volte la supera, altre invece la stravolge fino a non riconoscere il soggetto e si lascia guidare solo da quello che è stato fissato nel momento, nell’atto in cui si è passati dal pensiero alla creazione.

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