Pubblicato il 24 aprile 2015 in http://vecchiatoart.blogspot.it
Che cos’è la moda oggi?
Una domanda rivolta sempre più spesso agli stilisti e addetti del settore e dove molteplici e soggettive risultano poi le risposte date.
La moda è e rimane un’industria, una forma espressiva di un immaginario collettivo a cui si associano tecniche di lavorazione e produzione che passano dall’artigianato sartoriale alla riproduzione su larga scala. Ma ciò che più rimane legato alla risposta è senza dubbio l’idea che la moda, amata, odiata, criticata, lacerata da innumerevoli fronti resta un aspetto unicum della nostra contemporaneità ed esistenza.
Quindi anche osare e combinare stili e mode diverse diventano una forma di accentuazione caratteriale e artistica senza limiti, senza barriere ideologiche.
Nel vestito si riassumono diverse realtà, si passa dalla funzione primaria di coprire e vestire il corpo a quello simbolico che associa l’abito all’appartenenza di un particolare ceto sociale, uno status civile, religioso, comunitario.
Che cos’è l’arte oggi?
Un interrogativo che si presta a innumerevoli contraddizioni e responsi: nel mondo odierno l’arte non si presenta più solo nei musei, nelle gallerie o nelle fondazioni, luoghi istituzionali in cui l’opera d’arte è sempre stata fruibile.
Nuovi artisti e nuovi comunicatori del processo creativo si sono affacciati nella collettività in questi ultimi tempi: da artisti video che diventano registi come Michel Gondry (Se mi lasci ti cancello; L’arte del sogno), David LaChapelle (Rize. Alzati e balla), Steve McQueen (Shame), ai writers di nuova generazione, responsabili di un contatto espressivo esplicato nei muri della città, utilizzati spesso per denunciare o dare vita a un’arte non istituzionalizzata.
Il particolare caso del writer inglese Banksy desta l’interesse collettivo grazie ai suoi lavori di guerrilla art attraverso l’utilizzo di stencil con cui è riuscito ad affermarsi presso gli street artist di tutto il mondo.
Gli stencil di Banksy sono contraddistinti da figurazioni particolari e brillanti, a volte unite da uno slogan il cui messaggio di solito è anti-capitalistico e anti-istituzionale, spesso contro la guerra e a favore della pace.
Banksy è un artista anonimo, non si conosce la sua vera identità, in un mondo dove tutti puntano ad essere protagonisti, dove anche la persona comune vuole vivere il suo momento di gloria tra proliferare di reality, Grande Fratello e concorsi televisivi vari, tutto si fa moda e spettacolo.
È il mondo ipotizzato da Andy Warhol in tempi non sospetti…“Nel futuro ognuno sarà famoso per quindici minuti”.
Infatti Banksy va controtendenza, Brad Pitt, collezionista delle opere dell’artista, ha detto: “Fa tutto questo e resta anonimo. Penso che questo sia fantastico. Nei nostri giorni tutti tentano di essere famosi. Ma lui ha l’anonimato”.
Sempre più il rapporto tra arte e moda si fa imprescindibile sia nella storia dell’arte che in quella del costume: entrambe traggono ispirazione l’una dall’altra.