Pubblicato il 2 settembre 2011
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Mostra Marina Apollonio. Una voce femminile nell’arte cinetica, 2 settembre 2011, Fioretto Arte (Abano Terme)
Comunicato stampa:
L’essenzialità e la semplicità del cerchio, figura geometrica ricorrente nell’opera dell’artista Marina Apollonio (Trieste, 1940), nasce da un’analisi condotta dall’artista al quale rivolge tutta la sua attività di studio e il suo lavoro artistico: “l’interesse della mia ricerca è rivolto all’indagine nell’ambito di una forma primaria qual è, in questo caso, il cerchio allo scopo di studiarne le possibilità strutturali per renderla attiva cercando il massimo risultato con la massima economia.
Ne deriva un impiego estremamente rigoroso, e funzionale rispetto allo scopo, degli elementi costitutivi.”
Il cerchio è un simbolo universale, tutti i punti che formano il cerchio sono equidistanti dal suo centro; Il movimento perfetto è quello circolare, poiché è immutabile, senza inizio né fine; il cerchio inoltre è associato alla rappresentazione del tempo il quale è esso stesso una successione costante e assidua di istanti.
Una figura così semplice e complessa come quella del cerchio affascina quindi Marina Apollonio già agli esordi negli anni Sessanta del Novecento.
Sono anni di ricerca e analisi dei fenomeni della percezione dove arte e scienza tentano il punto di contatto: una nuova forma per una nuova società in essere.
Si parla di arte programmata, di Optical Art e arte gestaltica, l’opera ha bisogno di muoversi e di essere in movimento, un movimento dato da meccanismi, luci, nuovi materiali e superfici.
Marina Apollonio cresce in questi ferventi anni e ambienti vivendo l’atmosfera dell’arte contemporanea direttamente grazie anche alla figura del padre: il critico d’arte Umbro Apollonio.
Nel 1965 partecipa ad una collettiva con altri esponenti del movimento internazionale Nova Tendencija 3 presso la galleria Suvremene Umjetnosti di Zagabria.
È il vero inizio l’inizio della sua carriera artistica a livello internazionale.
Il cerchio che ritroviamo quindi nelle Dinamiche Circolari del 1965, nelle Spirali del 1966 e nelle Strutture curvilinee transassiali a cerchi concentrici ed eccentrici e nelle strutture ad anelli del 1967, rivelano lo studio di una capacità di ricerca nel trovare da una forma primaria infinite possibilità e soluzioni.
L’osservazione dell’indagine di Marina Apollonio trova conferma negli anni Settanta nelle ripercussioni psicologico-visive attraverso un dinamismo ottico ottenuto sia attraverso il colore o le linee bianche e nere (Gradazioni e Dinamiche Circolari), sia rielaborando la superficie con movimento manuale o meccanico (Unità Circolari a possibile rotazione manuale e Rotosuperficie).
Nel 2007 l’artista viene contatta dalla Schirn Kunsthalle di Francoforte, in occasione della mostra Op Art, per poter realizzare un progetto pensato tra il 1967 e 1971, nasce quindi Spazio ad attivazione Cinetica un’installazione di dieci metri di diametro composta di linee dinamiche bianche e nere.
Il cerchio ritorna quindi sempre come principale simbolo della creatività di Marina Apollonio, come figura geometrica: è una forma dal ritmo puramente femminile in quanto ricorda l’estensione e la contrazione del ventre, rappresenta la flessibilità, la realtà ciclica del tempo e della Natura in cui dalla morte nasce la vita; non a caso il cerchio fu utilizzato come simbolo alchemico del serpente che si morde la coda, l’uroboros, l’eterno ritorno.