Pubblicato il 9 aprile 2011 in www.exibart.com
Materia e densità. La pittura e la forma nella forza emotiva.
Segni e sogni come magma lavica si addensano sulle tele, un nuovo Informale?
Un’opera di Zuccaro è il risultato di un composto di ritorno alla pittura che sino a pochi anni prima sembrava caduto in disuso.
Per molti artisti negli anni si è assistito ad un abbandono di materie e materiali a favore di nuovi prodotti e nuovi modi di esprimersi, qui invece siamo di fronte ad un artista che ritorna al vecchio metodo artigianale del “fare pittorico”.
Alla Galleria Russo di Roma, la mostra “Barlumi di materia” di Piero Zuccaro (Catania, 1967), l’artista propone 20 opere, olio su tela di grandi e medie dimensioni e 10 pastelli.
Nelle opere di Zuccaro troviamo un unico “filo disegnato” che si snoda come un gesto dove, sia il segno che il cromatismo, risultano quasi una scrittura sconosciuta non dissimile ai segni di una lingua remota: è il linguaggio della natura coi suoi quattro elementi che torna a parlarci.
“Una pittura che potremmo definire di marca fondamentalmente astratta anche se le eco di una ispirazione naturalistica si possono evincere già dai titoli delle opere che ci parlano sostanzialmente dei quattro elementi di cui si compone il nostro pianeta: acqua, aria, terra, fuoco. Sono queste ultime per lo più delle dimensioni evocate ma mai dichiarate esplicitamente. In altri termini alludono a qualcosa di concreto ma non rappresentano tout court il fine ultimo della sua indagine” come cita il curatore della mostra Alberto Dambruoso.
Lo spettatore è cambiato come sono cambiati gli anni e i mezzi per comunicare, chi guarda o ascolta non si limita più solo a vedere o ascoltare. Il pubblico è chiamato in causa e non si può più ridurre la tela ad una contemplazione inoperosa e disinteressata: chi guarda deve essere partecipe e attivo.
Nel risultato proposto vibra un ritmo primitivo, quasi espressione di un ordine arcaico prestabilito, scritto nella natura con segni forti e vagamente ossessivi, reperti che assorbono forme naturali in una tessitura dalla viva e potente forza emotiva.
Un insieme di segni e di comunicazioni che ci ricordano disegni tribali di popolazioni a contatto con la natura dove il segno-tatuaggio serve per raccontare la propria storia: ogni segno indica un diverso avvenimento della propria vicenda personale.
Piero Zuccaro in questi lavori ha assimilato sia la lezione dell’arte Informale sia dei maestri quali Ennio Morlotti e Attilio Forgioli per l’uso della materia fatta di grumi e di colature.
Ritornano inoltre alla mente le materie di Alberto Burri dove la tela diventava un gioco dove “le materie sono colori, le si può accordare e orchestrare nell’ombra e nella luce. I colori sono materie, pigmenti caratterizzati, come ogni altra materia, da uno spessore (da una “quantità”) e da una forte individualità. La forma è forma della materia come del colore.”
Il colore denso e materico, che cosi tanta parte ha avuto nell’ultima produzione di Zuccaro, è l’esperienza finale della sua visione, del saper vedere oltre lo spazio fisico fatto di materia fuso con la memoria storica: la sua Catania e il mare, una comunicazione che appare viva già dai titoli delle opere come Relitto o Orme d’acqua (2010).
dal 9 aprile al 9 maggio2011
Piero Zuccaro. Barlumi di materia.
a cura di Alberto Dambruoso
Galleria Russo
Via Alibert, 20 – Roma
Orario: lunedì 16.30-19.30; da martedì a sabato 10.00 – 19.30
Ingresso: entrata libera
Catalogo Palombi Editori, a cura di Alberto Dambruoso
Info: +39 06 6789949 +39 06 69920692
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