Pubblicato il 5 maggio 2015 in http://vecchiatoart.blogspot.it

Negli ultimi giorni siamo stati bombardati da immagini e audio trasmesse in ogni dove, impossibile aprire un tg, una pagina Facebook, un file video senza scontrarsi con il marasma creatosi attorno al fenomeno Expo 2015 e Black Bloc.
La serata Expo – The Opening voleva essere un omaggio alla cultura italiana e all’opera lirica e invece, a mio parere, si è riversato sul palco creato in Piazza Duomo a Milano un insieme di accozzaglie di luoghi comuni e di sonore “stecche” sia dal rappresentate della musica italiana incarnato in Andrea Bocelli che dall’impianto generale confezionato. Una kermesse quasi sanremese presentata da un’impacciata e fredda Antonella Clerici e da un Paolo Bonolis sempre burlone e sopra le righe. Cosa mi è piaciuto della serata? Riascoltare le arie delle opere e ricordare con rammarico quello che siamo stati, un guizzo di genio e una parentesi di quella che fu la cultura dell’arte, della musica e della creatività italiana che ora sembra ad appannaggio di altre nazioni e noi? Noi NON si fa la storia, la si vive e sopravvive.

Lang+Lang+Francesco+Meli+Opening+Event+Expo+LrWTTpztNfPl
I nuovi linguaggi della comunicazione sembrano non siano adatti al nostro paese: vecchi ammuffiti che presiedono ancora il “trono di spade” o giovani paraculati che occupano posti di prestigio senza averne il minimo di competenze, manco il Trota di turno riuscirebbe a far di meglio. Non tutti i vecchi sono saggi e non tutti i giovani sono inesperti, forse rileggere “La Repubblica” di Platone in qualche passaggio non farebbe male, la teoria dei vasi d’oro e dei vasi di terracotta sembra più che mai attuale.
Molte grasse risate e magre figure si eviterebbero in diretta con la pretesa di essere una grande manifestazione che cela invece una piccola presentazione. Mi chiedo come possano uscire battute da osteria da un presentatore tv che vuol fare il simpatico e, ad esempio, dopo un’esecuzione impeccabile e leggera di un virtuoso del pianoforte a livello mondiale come il cinese Lang Lang, crolla il palco delle convinzioni quando ci si rivolge a lui dicendo “‘mazza! Gajardo e?“.
E che dire della perfomance da siparietto comico fatta dallo stesso Bonolis nei confronti del tenore italiano Francesco Meli? Quest’ultimo è stato premiato assieme al soprano Olga Peretyatko, con il prestigioso Premio Abbiati, assegnato dall’Associazione Nazionale Critici Musicali, come miglior cantante della passata stagione lirica (e non come “miglior baritono” come annunciato!), ma la scenetta di dubbio gusto con un guizzante Bonolis che gli si avvicina per sottolineare quanto il tenore sia in buona forma fisica arrivando a colpirgli la pancia con buffetti e battute del tipo “ah se magna qua e?” non ha paragoni! Già, siamo all’Expo, qui “se magna” e si è “magnato” già abbastanza… il difficile sarà digerire!
E via di seguito con un susseguirsi di furbizia, mediocrità, buonismo, battute scontate e burle dell’italico “volemose tutti bene” e del “ma siamo o no bravi?” si, certo lo siamo, siamo bravi a vendere fumo…

Clashes during a protest against the Expo 2015 fair in Milan 256147-thumb-full-no_expo_il_manifestante_giusto_s
L’epilogo si è concluso il giorno dopo con “l’avanzata dei barbari” nelle figure dei Black Bloc, ragazzi sfasciatori di città senza un motivo, addobbati a festa con bombolette spray e spranghe per “spaccare tutto!” restando ben attenti a non rovinare i Rolex al polso, mi raccomando, quello costa, invece una città da ricostruire e ripulire sono “affari italiani”.
Perché la violenza e la distruzione per manifestare? Non era bastata la serata di prima a distruggere il valore italico? Semplice risposta perché “cioè, è stato fatto un casino, un bordello…è giusto spaccare tutto no?” come riportato dalle parole del giovane intervistato Mattia Sangermano definito dal padre in seconda battuta con un’affermazione più che corretta “mio figlio non è un violento…ma un pirla!” basta poi chiedere scusa e rettificare l’accaduto, tanto in Italia si sa, si viene assoluti per “non aver commesso il fatto” o per “mancanza di prove”.
Già, prove, prove di una mancata cultura di rispetto per il territorio, per la storia e per l’arte di un Paese che vive di ricordi e del “come eravamo” nascondendo la testa sotto la sabbia ma orgogliosi di riprendere in mano la situazione poi pieni di comitati pro o contro questo o quello, ma un bel calcio negli stinchi e un sonoro ceffone per riportarsi a casa i figli dell’ignoranza culturale ci starebbe male? La mamma di Baltimora insegna: mio figlio a lanciar sassi contro la polizia dopo il funerale di Freddie Gray, il ragazzo afroamericano ucciso da un poliziotto? A casa! E poi faremo i conti!
Come costruiremo un presente, di futuro non azzardo ipotesi, se si continua a vivere con una NON cultura? Le scuole crollano, letteralmente, i professori latitano, gli insegnamenti appaiono superflui, i figli (quasi) sempre difesi, il rispetto per il passato che non esiste e la valorizzazione del territorio avviene solo in casi fatti di opportunismo e protagonismo, non di italica lamentela si tratta ma di ribadire i concetti di educazione e rispetto cari “fratelli d’Italia” o ce ne ricordiamo solo quando i versi di appartenenza al Bel Paese sono cantati e decantati solo come inno alle partite di calcio? Preludio amaro di un “Va pensiero” dal Nabucco di Giuseppe Verdi… Le memorie nel petto raccendi, Ci favella del tempo che fu!“.
E la Madonnina dal pinnacolo del Duomo, guarda.

baltimora-proteste-mamma-video-874x492