Pubblicato il 1 maggio 2015 in http://vecchiatoart.blogspot.it

In questa giornata, 1 maggio, Festa del Lavoro, una riflessione sul mondo del lavoro in ambito artistico mi pare doveroso farla.
Che cos’è il lavoro d’artista? Una domanda alla quale molteplici risposte possono giungere da altrettanti posti e numerosi “post” si possono associare poi alle risposte.
Per ogni artista il lavoro è una sorta di creazione e concepimento più o meno arduo, quasi come fare l’amore: chi lo vive come un’esperienza formativa, chi si dà senza sosta e vive di passione, chi lo fa in maniera meccanicistica senza pensarci troppo quasi come un dovere, chi invece presuppone che ci sia un entourage a seguito che lo osanni, chi tradisce le aspettative, chi è dotato o meno e chi preferisce farlo in gruppo o chi invece da solo…
Il lavoro non è mai piacere sia chiaro, è sempre una sorta di “croce e delizia” che si accompagna poi come risultato nelle opere che vengono prodotte ed esposte, lavorare è senza dubbio una fatica, deriva dal latino “labor“, faticare, e i francesi lo chiamano “travailler“, appunto, travaglio.
Un passaggio che si discosta quindi dall’idea di trovare il lavoro perfetto e che sempre piaccia, il lavoro costa fatica e sudore e spesso dopo gli sforzi compiuti non è neppure da considerare un buon risultato quello che ci si pone davanti.
Entrare in uno studio di un artista ad esempio, luogo di lavoro di chi produce l’arte, è senza dubbio un’esperienza da fare perché ci si rende conto della produzione compiuta da il “dietro le quinte”: prima di tutto l’odore che ci accoglie, il profumo delle vernici, dei colori, i rumori, la sensazione che quella profumazione emanata mista a un forte odore di chiuso, di sigarette consumate e di mestiere sia quasi un marchio di fabbrica di chi produce creatività.
La curiosità spinge poi sempre a vedere che cosa sta creando l’artista, la stanza disseminata di riviste, ritagli, cataloghi e inviti a mostre di amici o colleghi si associa a bozzetti e disegni preparatori. Interessante poi capire cosa lo circonda, quale birra o vino beve l’artista, cosa mangia durante le pause, che musica ascolta, quali uomini o donne ruotano attorno alla sua vita… tutto si lega poi nelle sculture, nelle tele e nei disegni che presenterà al pubblico.
Si mette in atto un pezzo di anima e di emozione che si trasmette nel risultato finale: a volte non è quello che ci si aspettava, altre invece superano le aspettative, altre ci lasciano indifferenti, insomma non è mai facile il percorso.
Cosa succederebbe se a voi venisse ogni volta giudicato il lavoro che fate da addetti esperti ma anche da persone che non sanno neppure da che parte cominciare o da colleghi più preparati e quotati di voi? Scatterebbero varie situazioni passionali quali frustrazione, delusione o rabbia, tutte emozioni che salterebbero fuori e vanificherebbero gli sforzi e la passione con la quale vi siete attinti a realizzare il vostro operato ma le critiche, anche se difficili da digerire e superare, servono per continuare e migliorare, per avere punti di visione che al vostro sguardo vigile potrebbero essere sfuggiti.
Provate la prossima volta che avete di fronte, ad esempio, una tela a pensare a cosa ci sta dietro, cosa ha spinto l’artista a fare la scelta che avete davanti, non importa il tempo espresso che ci è voluto (un Lucio Fontana ci avrebbe impiegato pochi minuti a fare un taglio alla tela…), non importa quanto colore si è impiegato e quale sia il messaggio dato, importa capire che una persona parla attraverso il suo lavoro.
Non pensate a quanto possa costare la tela in questione e a quali coefficienti sono utilizzati per il calcolo monetario sul mercato, oppure rimanere a considerare se potrebbe trovar posto sopra il caminetto di casa o nel salotto buono. Pensiamo in un altro modo, riflettiamo con la visione di un conseguenza artistica non solo economica o estetica, è un lavoro, un travaglio che ci è presentato davanti agli occhi.
Perciò, a conclusione di questo pezzo, seguono foto di studi d’artista per capire nell’intimo il lavoro di un risultato finale di un’opera che, esposta sotto teca o conservata in qualche museo o collezione privata, si presenta allo spettatore curioso nata da un backstage di emozioni.
Buona festa dei lavoratori e buon lavoro a tutti.

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