“Un Paese che ignora il proprio ieri non può avere un domani.
La Memoria è un bene prezioso e doveroso da coltivare.
Sta a noi farlo.
A che serve la memoria? A difendere la democrazia.”
(Liliana Segre, Giornata della Memoria 2019)
Verso la giornata della memoria, 25 gennaio 2019 mattinata presso la Sala dei Giganti Palazzo Liviano, Padova.
La cura per una giornata particolare, fatta di ricordi e di passato, intrisa di emozioni su iniziativa del Centro di Ateneo per la storia della Resistenza e dell’età Contemporanea, diretto da Carlo Fumian, che ha moderato e presentato la giornata.
Pensieri, storia, emozioni attraverso i nomi di Michele Sarfatti, Fabrizio Dusi, Alvise Vindolin.
La storia, l’arte, la musica per ricordare e mai dimenticare ciò che fu compiuto dall’odio e dal pregiudizio, perché la storia non ripeta gli stessi orrori ed errori.
Michele Sarfatti, con una lectio magistrale e una grande capacità comunicativa, ha condotto i presenti nel 1938 agli albori delle leggi razziali e all’odio antisemita arrivando fino alla contemporaneità dei giorni nostri per porne attenzione e accento ed evitare che ciò si ripeta e accada.
La presentazione dell’opera di Fabrizio Dusi donata all’Università di Padova, “Even shadows cast light”, luce, forma e colore che si staglieranno come un segno sul muro per essere visibile a tutti poichè “anche le ombre proiettano la luce”. L’emozione partecipativa per un artista che si conosce e apprezza e che dona la sua arte alla tua città é stata indescrivibile e condivisa con le persone a me care sedute vicine ed emozionate come il sottoscritto.
La conclusione con la musica di Luigi Nono, “Ricorda cosa ti hanno fatto in Auschwitz”, del 1966 eseguita da Alvise Vidolin, ha ampliato le vibrazioni di una giornata importante, unica, viva, per la memoria e per non dimenticare, mai.
Le parole, i suoni e l’arte sono i simboli scatenanti con il quale l’uomo può e deve ricordare ciò che è stato e testimoniare con il presente ciò che non dovrà mai più accadere.
La vera forza resterà sempre la cultura, così bistrattata e maltratta, non amata dai regimi di potere che la temono e la ostacolano perché governare menti ignoranti e succubi, è più facile che legare una mente pensante.
Le parole con il tempo forse si affievoliranno, la musica andrà scemando, i segni e le forme con i colori si spegneranno, si scrosteranno e perderanno forse la loro potenza ed efficacia, ma quello che resta vivo è il ricordo, è la memoria che non si affievolisce, non scema, non si spegne né si scrosta e perde se la si tiene viva, se ci si ferma ad ascoltare le parole, se l’anima rimane pervasa dai suoni e se gli occhi si abbeverano di colori e forme.
Tutto ciò che è fatto, voluto e concepito con la forza positiva degli uomini che non scordano, ma si adoperano affinché le generazioni future vivano costruendo il loro presente consapevole del passato vissuto, senza davvero scordare mai cosa ha compiuto l’uomo prima di loro.
Perché allora è così importante la memoria, perché è necessario lo studio della storia? Per capire chi siamo, per comprendere il presente, per capire i cambiamenti e per preservare i ricordi.
Il passato non si cancella, rimangono sempre le tracce di ciò che fummo, di ciò che è stato compiuto perché in fondo “anche le ombre proiettano la luce“, anche quando tutto si spegne e si cade nel buio, la luce arriva e piano piano rischiara il cammino per noi e per chi verrà.