Pubblicato il 23 maggio 2017 in http://vecchiatoart.blogspot.it
“Di solito l’istinto ti dice quel che devi fare molto prima di quanto occorra alla tua mente per capirlo”
(Edmund Burke)
L’istinto, quella sensazione che arriva senza preavviso e che fa agire a volte con incoscienza e rapidità d’esecuzione, spesso si arriva a produrre una serie di percezioni di pura interpretazione date poi in visione al pubblico che ne decreta l’appartenenza con le proprie impressioni o meno.
Agire di “pancia” è riuscire a sentire direttamente le percezioni emozionali che possono essere suscitate da un evento, una persona, una storia personale, è un ascolto attivo senza filtri di ciò che si prova e che in maniera irrefrenabile si trasforma in qualcosa di vivo e concreto.
Questo succede spesso in tutti quei campi in cui viene richiesta la creatività e la fantasia, specie nel mondo dell’arte dove i confini tra realtà e immaginazione finiscono per abbattersi a favore di un risultato dato poi allo spettatore, l’opera d’arte prodotta è quindi il risultato emozionale dato da questi istinti.
Non si tratta di velocità d’esecuzione né di cogliere la funzione per la quale si è arrivati ad agire nella realizzazione delle opere ma, bensì, di fermare per un attimo quello che l’istinto esecutivo ha decretato come bisogno d’espressione.
La mente di un creativo non è mai ferma, non si deve frenare, non si deve atrofizzare o imbruttire, deve sempre continuare a rimanere in movimento, deve essere stimolata attraverso nuove immagini, nuove idee, nuovi incontri.
L’istinto? Non è tutto ma conta molto, nessuno chiede di reprimerlo a favore di logiche di mercato o di situazioni alla moda, l’arte è condivisione non chiusura, il mostrare e il mostrarsi presuppongono una dose critica in sé rivolta al proprio lavoro e, in special modo poi, al pubblico.
Il mondo contemporaneo ha liberato molti preconcetti e imposizioni rispetto ai secoli precedenti: dal sentore impressionista con la capacità di carpire il momento in una realtà in continuo cambiamento, dal fissare la dimensione spazio temporale come visto nel Cubismo e nel Futurismo, fino ad arrivare a ribaltare un orinatoio chiamandolo “Fontana” come proposto da Marcel Duchamp, lasciarsi andare all’azione pura nei gesti e nelle sensazioni con l’action painting con Jackson Pollock.
Rivalutare l’arte nelle espressioni autodidatte di psicotici, prigionieri e persone completamente digiune di cultura artistica con l’Art Brut e le prove di Jean Dubuffet, fotografare la quotidiana ossessione per il mondo consumistico colorato e popolare con la Pop Art e i suoi autori quali Andy Warhol, Roy Lichtenstein e Jasper Johns, pervenire a disegnare rabbia e colore nelle opere che graffiano il muro e la società nelle prove artistiche di Keith Haring e Jean Michel Basquiat, inscenare il proprio corpo per lasciare che sia, appunto, l’istinto a governarlo nelle performance di Marina Abramovic o Joseph Beuys.
Fotografare un’idea e trasformala in qualcosa di magico e colorato come ha fatto David LaChapelle, affondare una straordinaria nave immaginaria carica di sogni e opere d’arte desunte da un passato reale, ma così vicino al nostro quotidiano fatto di tecnologia e stupore come nelle opere di Damien Hirst nell’ultima sua mostra a Venezia presso la Fondazione Pinault, Treasures from the Wreck of the Unbelievable, dove la fantasia, il falso storico, i miti e le leggende si sono fusi in un unicum che ha creato una traccia umana indelebile racchiusa in uno scrigno prezioso dove convivono passato e futuro, qualcosa di, appunto, Unbelievable.
Perché l’arte è istinto, è stupore, ed è pur sempre un viaggio unico, incredibile per chi lo percorre, per chi lo vive.
L’istinto aiuta a non soffocare le idee, a sviluppare nuove realizzazioni e capire che nessun freno, nessun recinto, nessuna imposizione o regola proibitiva può solo minimamente rallentare l’uomo e la sua incontenibile esigenza di vivere l’arte, di creare ciò che dà piacere, di dare voce alla rabbia, alla gioia, alle più improbabili emozioni perché l’istinto quando scatta crea improvvise sensazioni che tramutano i pensieri in azioni.
Pensare e agire, agire è pensare, creare è il risultato che arriva, così, d’istinto!