“Un artista è una persona che produce cose di cui la gente non ha bisogno,
ma che lui,
per qualche ragione,
pensa sia buona idea dar loro”
(Andy Warhol)
Trent’anni dalla morte di Andy Warhol, tre decenni di storia e di arte che si sono susseguiti tra mutazioni sociali e cambiamenti epocali.
Ha ancora un significato parlare di “movimenti artistici” e di “arte”, di “artisti” in una società dove la parte del leone è assegnata alla visibilità mediatica più che alla competenza professionale?
Qual è il ruolo assunto oggi dall’arte contemporanea?
Quale valore dare al concetto di POPULAR ART in un mondo più che mai globalizzato e invaso da social e tecnologia che abbattono frontiere, tempi e modalità di diffusione di idee e immagini?
Per parlare dell’oggi e proiettare la visione di un futuro dell’arte, si parte dal passato, proprio dalla morte di Andy Warhol, avvenuta Il 22 febbraio 1987 che ha concretato, con il suo decesso, le paure dell’artista newyorchese relative al “sonno eterno” che, nel corso della sua vita, aveva sempre tentato di esorcizzare.
Testo completo in catalogo formato PDF
ANDY WARHOL – 30 years later
a cura di Enrica Feltracco e Matteo Vanzan
Museo Civico di Asolo (TV)
28 gennaio – 17 aprile 2017
via Regina Cornaro, 17 – ASOLO