Pubblicato il 17 giugno 2016 in http://vecchiatoart.blogspot.it
“Egli – poiché dubbio non v’era sul suo sesso, per quanto la foggia di quei tempi lo dissimulasse – Egli.”
(Orlando, Virginia Woolf)
I ragazzi giovani sono simili in tutto il pianeta, sono desiderosi di divertirsi come tutti i loro coetanei, ogni giorno, ma alle soglie del week end la voglia di far festa aumenta, con tutti i riti del caso come si è imparato dalla famosa scena del film “La febbre del sabato sera”, preparazione del “che cosa mi metto stasera?”, ore di gel e pettinature, rifiniture dell’ultimo momento, poi un sms e una emoticon all’amico o all’amica che ritardano, conclusiva spruzzata di profumo e si è pronti a varcare la soglia di uno dei tanti templi musicali sparsi per il mondo e che musica e divertimento sia!
Poi una volta dentro, musica assordante, risate, zaffate di profumo e di sudore in pista, “Un moijto grazie!”, si comincia a bere e a ridere ancora una volta, gli amici, la vera famiglia che condivide con te tutto: gioie, risa, rabbia, sfoghi di mamme pressanti con un “Non fare troppo tardi e comportati bene in giro!”, commenti su altri presenti in discoteca; “Oh! Ma hai visto quello che occhiata ti ha dato…per me gli piaci!”; “Ciao, come va? Vuoi qualcosa al bar?”; “Ma guarda te ‘sta stronza cosa mi ha scritto su whatsapp!”; “No! Non ci credo! La mia canzone preferita!”; “Ehiii! Ciao mondooo qui ci si diverte…ahahahah… dai che postiamo il video su Snapchat!”; “Cosa? Parla forte non ti sento qui la musica è alta, dai muoviti che ti aspettiamo!”; “Scusa…mi sei venuta addosso già due volte non puoi spostarti un metro più in là?”; “Oh ragazzi che dite se poi…”
Normale serata in disco tra amici, tra amori che nascono e muoiono sui divanetti, consumati in velocità all’uscita, gente che si ubriaca, altra che se ne frega.
Tutte uguali le discoteche del mondo!
Tutti uguali i ragazzi e le ragazze del mondo!
E poi nel mezzo del caos, del divertimento fatto di luci e musica può arrivare l’incontro che ti cambia la vita, una persona che ti guarda, sorride, ha scelto te e quindi l’atmosfera si fa diversa e poi può capitare anche che… Ehi! Ma chi spinge???
CAZZO SUCCEDE? CHE SONO STI BOTTI! CAZZO SONO SPARI!!! SPARANO IN MEZZO ALLA GENTE!
Mio Dio, ma sono davvero spari? Perché? Chi spara? Sangue…gente a terra, urla, la musica smette, comincia il terrore. Cristo ma che succede? Chi è?
Dove sei? Dov’è la mia ragazza? Hai visto il mio ragazzo è quello biondo con la bandana rossa? È mio tutto questo sangue oppure no?
Aiuto! Aiuto! AIUTO!
Tutte uguali le discoteche? Anche quelle in cui succede un massacro nel bel mezzo del divertimento? Anche le discoteche gay? Anche il “Pulse” di Orlando, in Florida?
Ah no, quella no, quella è “diversa”, è fatta da “diversi”, sai lì ci sono i gay, chi? Ma si dai! I froci! Ma mica me lo avevi detto finora che quella di cui parlavi era una discoteca GAY!
In effetti si, è una discoteca gay, teatro di una strage avvenuta nella notte dall’11 al 12 giugno 2016 “la strage di Orlando” in Florida è stata definita il nuovo “11 settembre 2001” americano con l’allora attentato al World Trade Center.
Cinquanta morti accertate e altrettanti feriti gravi che lottano ancora tra la vita e la morte, peccato, mi spiace contraddire chi legge: in realtà non sono morti cinquanta gay, sono morte cinquanta persone.
Ragazze e ragazzi, padri e madri, amici e innamorati, dalla madre che ha accompagnato a ballare il figlio ed è rimasta uccisa per salvarlo, dall’innamorato che ha fatto scudo al suo fidanzato, all’impaurito ragazzo chiuso in bagno che manda sms alla mamma prima di essere giustiziato scrivendo le sue ultime parole prima del silenzio finale: “ Mommy i love you”.
Non ti ho detto che quella di cui si parlava era una discoteca gay? No, è vero. Ma ci ha pensato qualcun altro a porre l’accento su questa banda di “diversamente etero”, quel qualcuno che in nome di un Dio castigatore che a quanto pare ha detto “siccome ti ho creato adesso ti odio pure” nella sua infinita misericordia e amore ha deciso di far ammazzare chi ama in modo opposto al tuo.
Si, un Dio Onnipotente, un Allah, uno Jahvè, un Gesù Cristo, un Geova, come volete chiamare il vostro credo, ha detto “Dai! Prendiamo una cinquantina di giovani che si divertono e amano e sgozziamoli tutti! Fuoco!”… si, me lo vedo proprio un Dio seduto nei Paradisi creati dalla religione decretare la morte di innocenti “colpevoli” di amare il proprio stesso sesso, di volere un diritto all’amore, a vivere, a sposarsi, ad avere figli, a cercare di essere quello che tutti cercano di essere: felici.
Un pazzo che si riempie la bocca e la testa di comandamenti che impongono la violenza e soffocare la libertà altrui non è un uomo, non è un padre, ma solo un figlio, si, un figlio di questa società malata di un potere grandissimo che investe l’uomo debole facendolo credere un supereroe e alimentando un super Io.
Dopo una strage compiuta con relativa morte del killer cosa rimane? Sangue, morte, rabbia, lutti, fiaccolate di solidarietà e lui? Lui è Omar Mateen, trentenne americano di origine afghana, l’autore della strage. Dopo un tale gesto per alcuni sarà considerato un martire ed un eroe, per altri solo uno che ha spazzato via la vita di ragazzi innocenti, peccatori “contro natura”, rimane un figlio del razzismo, dell’intolleranza e dell’omofobia, rimarrà il ricordo da commemorare, e lui? Rimarrà nella memoria come un figlio dell’Isis di cui era simpatizzante, come un figlio dei tempi, come un figlio della strage ma più semplicemente come un figlio di puttana.
“Orlando” finora sempre associato ad un luogo e al titolo di un romanzo pubblicato nel 1928 da Virginia Woolf, dove il protagonista per quattro secoli vive cambiando vita e sesso, un essere androgino, strano parallelo con la città americana…
Le religioni, i popoli, le politiche, impongono regole alla natura, ma la natura non le segue, la si soffoca ma prima o poi scoppierà.
Il coro di “Non sono d’accordo!” che si solleva quando si parla di tolleranza e amore è semplicemente e puramente ridicolo: perché qualcuno deve decidere della felicità altrui?
“Se Dio c’è, dovrebbe vergognarsi” ha detto qualcuno riferito alla strage ma anche ai gay, io rispondo “Se l’uomo c’è, Dio dovrebbe vergognarsi…”
Sono gli uomini i responsabili delle cose belle e di quelle brutte che accadono, che ci sono state, che ci saranno anche in futuro, della bellezza, delle emozioni e delle cose da creare e fare, di opere d’arte e di artisti che cercano di lasciare il segno del proprio tempo vivendo magari la stessa intolleranza in un mondo che abbatte sempre più le frontiere globali.
Si, perché non è una novità o una moda e tantomeno una devianza sessuale o una malattia essere gay, essere gay è essere uomini e donne che amano in modo differente e qualcuno non lo accetta e vuole, lo stile di vita non cambia: si mangia, si beve, si dorme, si ama, tutti allo stesso modo.
La storia è piena di personaggi famosi poiché diversi nella loro sessualità, l’arte affina forse la sensibilità emotiva e si creano grandi artisti e grandi opere, a volte sensibili, a volte rabbiose, a volte sovversive.
Artisti gay, lesbiche, bisex nel corso del tempo quali Michelangelo, Leonardo da Vinci, Filippo de Pisis, Keith Haring, Francis Bacon, Jean Cocteau, Gilbert& George, Robert Rauschenberg, Andy Warhol, Benvenuto Cellini, Gertrude Stein, Jasper Johns, Pierre e Gilles, Tamara de Lempicka, Frida Kahlo, Richard Avedon, solo per citarne alcuni, hanno dato il loro contributo artistico ed emozionale all’umanità che forse non si è preoccupata di sapere se uno o l’altro preferisse chi o cosa a letto, semplicemente si è lasciato andare il gusto, la ricerca e la voglia di esprimere una sensibilità che parla a nome di una contemporaneità vissuta.
Senza nessun limite, senza nessuna etichetta sociale, senza paura di esprimersi, senza nessun Dio.
Dio…Chissà perché in nome dei vari Dio che condannano l’omosessualità i rappresentanti dei molteplici credo non si sono espressi con lo stesso fervore con cui sparano ovvietà buoniste?
Boh, chissà perché…ah si, perché il diverso fa sempre paura, non è manipolabile e controllabile ma qui Dio non c’entra perché se è vero che l’uomo è fatto “a sua immagine e somiglianza” credo che, di tale risultato, come artista, non dovrebbe essere molto contento dell’opera compiuta il Creatore… Solo Dio giudica, perché lo fanno gli uomini al posto suo allora?
Allora niente. Nessuno si esprime, costa fatica ammettere ma come diceva Karl Marx “La religione è l’oppio dei popoli”.
I ragazzi hanno diritto ad amare, ad amarsi, prepararsi coi riti del “che cosa mi metto stasera?”, passare ore tra gel e pettinature, inviare sms e una emoticon all’amico o all’amica che ritardano, pronti a varcare la soglia di uno dei tanti templi musicali sparsi per il mondo perché musica e divertimento sia, perché hanno il diritto di vivere e di ritornare a casa ubriachi, innamorati, stanchi ma vivi.
Gli artisti hanno diritto di esprimersi, di far piacere le loro opere, di essere criticati, di lasciare un segno nel tempo, senza distinzioni di sesso o di gusti, alcuni possono piacere altri no, fatevene una ragione.
Allora, alcune persone sono gay, altre no e, anche in questo caso, fatevene una ragione.