Pubblicato il 12 febbraio 2016 in http://vecchiatoart.blogspot.it/2016

Dedicato a chi sa amare, a chi ama, a chi amerà e a chi ha amato
Amor, ch’a nullo amato amar perdona,
mi prese del costui piacer sì forte,
che, come vedi, ancor non m’abbandona.”
(Divina Commedia, InfernoCanto V, Dante Alighieri)

Si parla spesso di questi tempi di “amore”, di persone che amano, di chi abbia il diritto (?) di volere bene e di dichiarare ad un’altra persona “Io ti amo, ti voglio bene”.Religioni, imposizioni sociali, dichiarazioni politiche non possono certo dichiarare chi abbia diritto d’amare e di scegliere cosa sia giusto e cosa non lo sia. In fin dei conti si sa, un vecchio detto lo ribadisce “al cuor non si comanda”, ma a quanto pare tutti hanno il diritto di dichiarare apertamente le proprie convinzioni e opinioni ma non di lasciare, a chi ama, di amare apertamente e sinceramente.
Dibattiti e vincoli dettati dalla società, dalla Chiesa, da un becero bigottismo falso borghese fanno dichiarare le cose più apertamente ridicole e buffe che l’uomo contemporaneo possa mai far uscire dalla mente e poi, purtroppo, dalla bocca. Nascono come gemmazioni del nulla assoluto le convinzioni che amare possa far male ad un’altra persona che non la pensa allo stesso tuo modo, come a dire che respirare possa produrre caos e ridurre le capacità cognitive: respirare è essenziale, amare pure.
E allora perché gli oppositori dell’amore? Sembrano passati secoli invece che pochi decenni quando Moana Pozzi e Cicciolina fondarono il Partito dell’Amore, una provocazione politica dove si dichiarava che l’unica politica fosse la libertà di amare, ora invece pullulano i Family Day, le Sentinelle in Piedi, le crociate contro le Unioni Civili.
Sempre più egoismo e paura nel decretare, in un mondo che si definisce democratico e liberale, che fino a che non viene toccato il proprio status e la propria zolla di terra allora tutto va bene.
La paura è la peggiore delle condizioni che si instaura nelle persone: paura del diverso, paura delle opinioni e di quello che pensano gli altri, paura di essere giudicati, paura di essere “infettati” e “contagiati” da chi non la pensa ed è “dissimile” da noi, quindi paura di essere “contaminati”, contaminati dall’amore?
Quando si ama, si ama in maniera indiscriminata, in modo totale e solo per riempire il cuore e non solo umidi buchi anatomici in fase sessuale.
Gli artisti hanno sempre rappresentato le emozioni e in primis l’amore, in tutte le sfaccettature e forme: amore per la natura, il paesaggio, le persone, l’amore come sentimento astratto, per un’idea, per una concezione, per un uomo, per una donna.
Non c’è secolo della storia dell’arte che non abbia dedicato una sola opera all’amore: amore che distrugge, fa male, amore felice, passionale, carnale, nascosto, narcisistico, rubato, galeotto, impuro, spirituale.
L’amore è la causa degli slanci artistici di Filippo Lippi, frate innamorato di una monaca che abbandona tutto per lei e la ritrae come sua musa e modella; Raffaello muore d’amore per la Fornarina, i nudi di Michelangelo sono spesso i ritratti degli uomini che ha amato; Gustav Klimt rappresenta l’orgasmo nelle sue Giuditte e Danae, il culmine del piacere carnale; suicidio d’amore per la moglie di Amedeo Modigliani morta dopo la scomparsa del suo amato; le amanti di Pablo Picasso sono parte della sua storia personale e artistica costellata di passione tra colore e carne; Francis Bacon distrugge la forma nella sua inquietudine dichiarando l’amore per il suo compagno.
Sodalizi artistici di coppie fatte da amanti, mariti e mogli, compagni riempiono le pagine di storia dell’arte: Auguste Rodin e Camille Claudel; Frida Kahlo e Diego Rivera; Robert Rauschenberg e Jasper Johns; Christo e Jeanne-Claude; Gilbert e George; Marina Abramovic e Ulay.
Leggere l’arte è leggere l’amore per una professione, per una passione e una totalità d’amore: etero o gay che importa? Il rispetto per i sentimenti sembra aver timore, il dispetto per chi teme la propria infelicità concedendo spazio e futuro a chi vuole amare invece sembra non terminare davvero mai.
L’amore non va ostentato ma neppure nascosto, solo vissuto.
È stata ripetuta più volte la parola “amore” in queste righe, appositamente fatto perché non ci sia il timore che non la si dica poche volte e mai abbastanza questa parola: amore.
Si è soli nella vita, ma si è soli con tutto ciò che si ama.
Ps: niente immagini in questo scritto perché l’amore ha mille sfaccettature e mille forme, ad ognuno la sua.